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L’aspetto sanitario della questione Pfas viene affrontato da tempo dalla Regione che ha avviato uno screening a tappeto sullo stato di salute della popolazione. Un controllo estesosi ai residenti della «zona rossa», di cui fanno parte anche 13 Comuni del Veronese che, al gennaio del 2017, avevano fra i 14 ed i 65 anni. Partiti prima nel Vicentino e nel Padovano, i controlli nella nostra provincia stanno andando avanti a pieno regime, con ambulatori attivati negli ospedali di Legnago e San Bonifacio. Gli esami del sangue e le risposte ad un questionario sono iniziati a partire dai più giovani. Da subito è apparso chiaro che tutti i residenti hanno nel proprio organismo sostanze perfluoro-alchiliche, ma è stato anche confermato, senza tema di smentita, che maggiore è il numero degli anni di esposizione all’inquinamento e più alti sono i tbadi di presenza di Pfas nel sangue, più nei maschi che nelle femmine. Situazioni che, peraltro, sono teoricamente collegabili alle incidenze significative, di molto superiori alla media, esistenti di patologie che secondo gli studi medici potrebbero essere dovute alle sostanze perfluoro-alchiliche. Malattie fra le quali ci sono quelle della tiroide, quelle legate al ciclo del colesterolo ed alcuni tumori. Anche nel Veronese, inoltre, è stato attivato da tempo un ambulatorio di secondo livello, dove specialisti prendono in carico chi ha situazioni di salute a rischio ed elevati livelli di Pfas nel sangue.
LU.FI.
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