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Carlo Giuffrè si è diplomato all’Accademia nazionale d’arte drammatica, iniziando poi a lavorare con il fratello Aldo in teatro nel 1947. Due anni dopo la coppia debutta con Eduardo De Filippo, inaugurando una lunga collaborazione.
Nel 1963 entra nella Compagnia dei giovani: Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Romolo Valli ed Elsa Albani. Resterà con loro per otto anni. Tra i testi rappresentati, “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, “Tre sorelle” di Cechov, “Egmont” di Goethe.
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In una fase più matura della sua carriera, insieme al fratello Aldo si avvicina di nuovo al repertorio di Eduardo mettendo in scena, anche come regista, “Le voci di dentro”, “Napoli milionaria!”, “Non ti pago” e “Natale in casa Cupiello”.
Prestigiose anche le sue apparizioni sul grande schermo, da “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli (1968) al “Pinocchio” di Roberto Benigni (2002), in cui interpreta il ruolo di Geppetto. Negli anni ’70 diventa celebre per la sua partecipazione alle così dette commedie bady: tra queste, “La signora è stata violentata!” del 1973 e “La signora gioca bene a scopa?” del 1974. Attivo anche in televisione, partecipa agli sceneggiati “Tom Jones” (1960) e “I Giacobini” (1962). Nel 1971 presenta il Festival di Sanremo.
Nel 2007, in occasione della consegna del tributo alla carriera badegnatogli dal “Premio Eti – Gli olimpici del teatro”, Carlo Giuffrè viene insignito del titolo di Grande Ufficiale dal Presidente della Repubblica: quell’anno porta in scena un altro clbadico di Eduardo, “Il sindaco del rione Sanità”.
L’ultima sua apparizione sul palco è del 2015, con l’adattamento teatrale del film di Steven Spielberg “Schindler’s List”. L’ultima interpretazione al cinema è invece nel 2016, nel film di Vincenzo Salemme “Se mi lasci non vale”.
Sui social il cordoglio di colleghi, amici e fan. “Addio a Carlo Giuffrè. Con lui e Luigi cala definitivamente il sipario sul teatro napoletano di tradizione” scrive Nello Mascia, regista e attore. “Quaranta anni di vita teatrale pbadata insieme – ricorda Lucio Mirra del teatro Diana – Che dispiacere, Ciao Carlo”.
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