‘Centropercento’, modelli virtuosi per la cura del tumore al polmone



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ROMA – La neoplasia polmonare rappresenta una delle forme più diffuse di tumore, caratterizzata da una prognosi molto sfavorevole. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni fra i malati di tumore del polmone è pari al 16%. In Italia nel 2018 i nuovi casi attesi sono 41.500, che rappresentano l‘11% delle nuove diagnosi di cancro nell’intera popolazione. Si stima che l’80% dei nuovi casi di tumore siano carcinomi polmonari non a piccole cellule, Nsclc, la cui precisa definizione istologica è diventata critica per le nuove terapie disponibili. Uno studio osservazionale italiano effettuato su 38 centri nel 2015 dimostra che nella popolazione con diagnosi Nsclc, evidenzia che il 23% dei pazienti che avrebbero i criteri per essere sottoposti al test per il riarrangiamento del gene Alk, che produce una proteina coinvolta nella proliferazione del tumore, non viene adeguatamente testato e, di conseguenza, non accede potenzialmente ad un trattamento personalizzato.

Fornire una mappatura dei percorsi diagnostico terapeutici nei centri aderenti all’iniziativa per identificare modelli virtuosi e condividere soluzioni organizzative. Sono questi gli obiettivi del progetto CentroperCento, nato per sensibilizzare sull’importanza di una corretta diagnosi molecolare e abbattere le barriere tra diagnosi e trattamento nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, i cui risultati sono stati presentati questa mattina a Roma in una conferenza stampa dal titolo ‘CentroperCento: i traguardi di un progetto rivolto al paziente’.

La ricerca ha prodotto risultati su 4 aree principali: organizzazione, ottimizzazione del percorso diagnostico, accesso alle cure e ruolo della pneumologia interventistica. Il progetto ha coinvolto 60 centri oncologici di tutta Italia che hanno scelto di impegnarsi per ottimizzare il proprio approccio diagnostico terapeutico e offrire il più alto standard di cura ai pazienti.

 



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