[ad_1]
La voce di Cecilia Bartoli cancella il silenzio. Un silenzio lungo 75 anni da quelle esplosioni che martoriarono Rimini e devastarono, durante la Seconda Guerra Mondiale, il Teatro Amintore Galli. Che ora, sontuoso di legni e stucchi, torna a nuova vita.
Lo fa in una città in festa per quella sala, affacciata sulla centralissima Piazza Cavour, e dal 1943 nell’oblio.
Settantantacinque anni dopo, la musica riprende da Gioacchino Rossini – con una rappresentazione in forma semiscenica de “La Cenerentola” interpretata dalla Bartoli, stella della lirica mondiale nata a Roma ma particolarmente legata alla città che ha dato i natali a suo padre.
Centinaia i riminesi accorsi, in sala a sedere su uno degli 826 posti o fuori davanti a un maxischermo in tulle da 30 metri, per riappropiarsi dopo più di mezzo secolo di un gioiello architettonico nato dall’estro dell’architetto modenese Luigi Poletti che lo progettò a metà dell’Ottocento giusto in tempo per ospitare la prima rappresentazione, nel 1857, dell’Aroldo di Giuseppe Verdi, che ne curò personalmente l’allestimento.
Accanto alla Bartoli, Edgardo Rocha, nei panni di Don Ramiro; Alessandro Corbelli in quelli di Dandini e Carlos Chausson in quelli di Don Magnifico. A celebrare il ritorno del Galli, il 3 novembre, toccherà alla danza con Roberto Bolle and Friends e poi, il 10 e l’11 dicembre, a Valery Gergiev e ai complessi del Mariinskij di San Pietroburgo per il Simon Boccanegra di Verdi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[ad_2]
Source link