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Roma, 9 nov. (AdnKronos Salute) – Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. Per ridurre il rischio è “importante un’attenzione particolare al regime alimentare e allo stile di vita, che deve essere improntato ad una maggiore attività fisica e all’eliminazione di vizi dannosi per la salute come alcol e fumo. E anche il sesso gioca un ruolo importante per la salute del cuore”. Lo hanno sottolineato gli esperti che ne hanno parlato oggi a Roma in occasione dell’incontro ‘Bacco, tabacco ed eros: un badtail letale o un elisir di lunga vita?’, tenuto all’interno della XV edizione di Romacuore, manifestazione dedicata ai progressi della medicina cardiologica.
Il fumo di sigaretta – hanno ricordato gli esperti – è tra le cause principali dell’insorgenza di malattie cardiovascolari e in Italia i fumatori rappresentano il 23% della popolazione. “Il fumo è la seconda maggior causa di fattori di rischio per l’insorgenza di patologie cardiovascolari – spiega Francesco Romeo, direttore Uoc Cardiologia e cardiologia interventistica del policlinico Tor Vergata di Roma – L’astensione totale è badolutamente consigliata, tuttavia ci confrontiamo poi con il mondo reale dove una discreta percentuale di persone continua a fumare anche dopo una recente esperienza di infarto miocardico o problema respiratorio”.
In quest’ottica, per i fumatori ‘incalliti’ possono essere di aiuto i prodotti alternativi al tabacco, come e-cig o dispositivi a tabacco riscaldato che, seppur non eliminando del tutto la tossicità del fumo e i rischi correlati, li riducono. “Tutti i tentativi che può fare l’industra del tabacco per ridurre la dannosità del fumo, diminuendo la quantità di radicali liberi che le sigarette sprigionano, sono sicuramente lodevoli – aggiunge Romeo – Per tutte quelle persone che non hanno nessuna intenzione di smettere, questa può essere una valida alternativa. Ai miei pazienti direi sempre di smettere di fumare ma, se proprio non ci riescono, consiglierei di farlo nel modo meno dannoso possibile”.
“I fumatori, che sono 22 milioni in Italia, almeno una volta nella loro vita si chiedono ‘e se smettessi?’. Spesso la risposta è ‘come faccio?’. Non c’è una risposta univoca, diciamo che ci sono tanti modelli di cessazione forse quanti fumatori esistono”, osserva Johann Rossi Mason, giornalista medico scientifico e autrice del libro ‘Senti chi fuma’.
“Esiste una quota del 28,5% di ‘fumatori forti’, ovvero quelli che fumano più di 20 sigarette al giorno da molti anni, e che sono considerati resistenti. Per loro – evidenzia Rossi Mason – è possibile ipotizzare degli strumenti alternativi. Magari non sono in grado di smettere completamente, hanno una storia di fallimenti alle spalle. Possiamo immaginare delle strategie a rischio ridotto, come per esempio i prodotti alternativi al tabacco, la sigaretta elettronica o i dispositivi a tabacco riscaldato. Sempre però nell’ottica di un counselling medico: il diktat ‘hai avuto questo evento e devi smettere di fumare’ non funziona. È necessario che la proposta che viene fatta al fumatore sia ‘ricevibile’, e che quindi quel fumatore possa fare quella determinata azione, e i medici dovrebbero trovare una nuova metodologia di presa in carico di queste persone”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Germanò, responsabile del Servizio speciale di Semeiotica medica V/Fisiopatologia del ricambio lipidico presso il dipartimento di Scienze cardiovascolari, respiratorie, geriatriche e nefrologiche dell’Università La Sapienza di Roma: “E’ chiaro che come medico sostengo fortemente che la scelta d’elezione della clbade medica debba essere la cessazione, ma dobbiamo adottare un approccio pragmatico sul fumo, offrendo a quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare delle soluzioni alternative che, eliminando la combustione e quindi la gran parte dei composti nocivi delle sigarette, hanno il potenziale di ridurre il rischio di contrarre malattie fumo-correlate”.
Nel corso dell’incontro si è parlato inoltre di come l’attività sessuale influisca positivamente sulla salute del cuore, oltre a uno stile di vita sano, attività sportiva costante e buona alimentazione. “Per attività fisica non bisogna necessariamente immaginare pesanti e prolungati sforzi atletici, specie se non si è abituati a sostenerli – hanno evidenziato gli esperti – Al contrario, può essere piacevole e più leggera come il sesso, la cui pratica, al pari di una camminata veloce o di una corsetta, aiuta a rinforzare il miocardio oltre che essere un mosaico di elementi positivi: rilascio di endorfine, eccitazione mentale e fisica, tensione adrenalinica”.
Diversi studi hanno fotografato a più livelli anche la perdita di calorie durante un rapporto sessuale: la media generalmente convenuta è di 68 calorie per un’ora di baci; 238 calorie per mezz’ora di effusioni; 144 calorie per mezz’ora di prestazione vera e propria. L’attività sessuale – concludono gli esperti – è quindi un vero e proprio toccasana per la tenuta del cuore.
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