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Ipazia è pronta a spiccare il volo. Inaugurato a sant’Agabio il nuovo centro ricerche Caad dell’Università del Piemonte orientale.
Ipazia è pronta a spiccare il volo
«Un punto di riferimento non solo nazionale per le malattie autoimmuni e allergiche». Questo è destinato a diventare il centro “Ipazia” di Sant’Agabio, che ospita il Caad, Centro Interdipartimentale di Ricerca Traslazionale sulle Malattie Autoimmuni e Allergiche dell’Università del Piemonte Orientale. Ieri pomeriggio il taglio del nastro ufficiale di una struttura che diventa ora pienamente operativa e nella quale già sono stati trasferiti alcuni ambulatori dell’Aou “Maggiore della carità”.
«Un importante punto di partenza»
«Non possiamo che essere soddisfatti di quanto fatto per arrivare a questo risultato, fortemente voluto e perseguito dal mio predecessore Cesare Emanuel (trattenuto a casa da un’indisposizione, ma intervenuto per un breve saluto telefonico, ndr) – ha detto il rettore dell’Upo Gian Carlo Avanzi – Per la nostra università questo è un importante punto di partenza che ha richiesto un notevole investimento di risorse, finanziarie ma anche umane. Ma credo di non sbagliare dicendo che sia l’unico centro di questo genere in Italia».
La struttura consegnata interamente all’Università
Il sindaco Alessandro Canelli ha evidenziato come il progetto, nato da un’idea del 2010, sia stato «convintamente sostenuto da tutta la città e dalle Amministrazioni che si sono succedute, al di là del colore politico. Oggi si avviano concretamente le attività di questa struttura, che come Comune abbiamo deciso di “consegnare” interamente all’Università, perché ne faccia un suo fiore all’occhiello. Sarà un tbadello importante per un Ateneo che sta crescendo costantemente. Anche noi contribuiremo a far sì che Novara diventi sempre più una città universitaria».
Già trasferiti gli ambulatori di allergologia e reumatologia
L’Azienda ospedaliera universitaria “Maggiore della carità” già dal 1° ottobre ha trasferito a “Ipazia” gli ambulatori di allergologia e reumatologia afferenti alla Scdu Medicina interna 1. E il direttore generale Mario Minola guarda già avanti: «Questa struttura è il prototipo di quello che sarà la nuova città della salute e della scienza, all’insegna dell’integrazione interdisciplinare. E’ un anticipo dell’immediato futuro: la città della salute non sarà più divisa in padiglioni, ma sarà una struttura “circolare”».
Claudio Santoro e Marisa Gariglio, rispettivamente presidente e membro del Comitato scientifico del Caad, si sono detti molto orgogliosi: «Abbiamo costruito qualcosa – ha detto Gariglio – che oltre a dare lustro alla nostra Università e alla città intera, offre anche grandi opportunità ai giovani, che potranno operare su macchinari di ultimissima generazione e con tecnologie all’avanguardia».
Laura Cavalli
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