La principessa Ayako ha sposato il borghese Kei Moriya, con rito scintoista, nel santuario di Meiji Jingu, a Tokyo



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La principessa Ayako, 28 anni e il borghese Kei Moriya, 32, sono marito e moglie. Il matrimonio con rito shintoista si è svolto nel santuario di Meiji Jingu, a Tokyo.

Oltre mille persone, sotto un cielo azzurro, si sono recate presso il santuario per scorgere la sposa, che al suo arrivo indossava un kimono giallo ricamato con foglie verdi e fiori rosa (poi sostituito da un kimono rosso prima della cerimonia) e una gonna hakama viola scuro. I capelli raccolti in un’acconciatura di nome osuberakashi che richiama l’antico stile delle nobildonne giapponesi, Ayako teneva tra le mani un ventaglio di cipresso.

Lo sposo indossava uno smoking nero con pantaloni grigi e un cappello di seta appartenuto al defunto padre di Ayako, il principe Takamodo, cugino dell’imperatore Akihito.

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I due si sono incontrati davanti a un cancello del Meiji Jingu. Poi insieme, tutti sorridenti, si sono diretti nella «stanza delle sacre danze­­­­­­­­­» dove li aspettavano una trentina di persone, compresi i membri delle due famiglie, che li hanno salutati gridando «Banzai» per augurargli una vita lunga e felice. Un sacerdote ha recitato la preghiera rituale, quindi i giovani, dopo aver letto ad alta voce un giuramento scintoista, si sono scambiati come da tradizione gli anelli e le coppe di sakè.

Al termine della cerimonia, in conferenza stampa, Ayako si è detta «piena di gioia». Mentre il neomarito si è augurato di saper costruire con la ragazza «una famiglia piena di sorrisi».
In base alla legge della casa imperiale, che impone alle donne di rinunciare al proprio titolo nobiliare se sposano un «plebeo», da oggi Ayako ha detto addio ai suoi titoli reali. Però riceverà un indennizzo una tantum di 107 milioni di yen (pari a circa 840mila euro) per «il mantenimento della dignità individuale».

I novelli sposi, che si sono conosciuti lo scorso dicembre, malgrado la disparità di ceto sono rimasti folgorati già al primo incontro. «La distanza a livello psicologico tra noi due si è ridotta da subito in modo badolutamente spontaneo», ha raccontato Kei, funzionario della compagnia di spedizioni Nippon Yusen, lo scorso luglio.

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D’altronde Ayako, che lavora come ricercatrice all’Università Josai di Chiba, nella facoltà di Scienze sociali, è conosciuta per la sua affabilità e disinvoltura: durante gli anni universitari ha condiviso l’appartamento con altri studenti, e – stando a quanto sostiene chi la conosce – svolgeva regolarmente le faccende domestiche.

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