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È morto ieri pomeriggio, a causa di un improvviso aggravamento delle sue condizioni cliniche, Paolo Duo, il quarantaseienne che mercoledì mattina è stato colpito da meningite da Pneumococco. L’uomo, residente a Candelù di Maserada, sposato e padre di due bambine, era infatti ricoverato da alcuni giorni in gravissime condizioni in Rianimazione all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dopo che l’unità operativa di Microbiologia della struttura sanitaria aveva stabilito che il paziente era affetto da meningite pneumococcica.
Chi è la vittima
Paolo Duo, autotrasportatore, abitava da poco tempo a Candelù di Maserada, era sposato con Morena Mestriner e la coppia ha due figlie in tenerà età. La notizia ha raggiunto in fretta la comunità: ieri sera anche l’amministrazione è stata allertata, e oggi porterà le sue condoglianze ai familiari. Gli amici sono rimasti sconvolti: «Non ha mai avuto problemi di salute, una mattina si è alzato e aveva male a un orecchio, nessuno pensava che fosse qualcosa di tanto grave». La moglie aveva allertato il Suem dopo aver trovato il consorte in stato di incoscienza a letto. La sera precedente aveva accusato febbre, mal di testa e mal d’orecchi. Sospettando un’otite aveva badunto delle gocce contro il dolore e si era coricato.
Il ricovero
Il 46enne è stato immediatamente ricoverato, in gravi condizioni, in Rianimazione. Il quadro clinico dell’uomo è apparso da subito molto serio: il team della Rianimazione del Ca’ Foncello aveva dato avvio immediato alla terapia antibiotica per tentare di arginare l’infezione. Non sarà necessario eseguire alcun tipo di profilbadi sulle persone che negli ultimi giorni sono entrati in contatto con il paziente, perché la meningite da Pneumococco non provoca focolai epidemici. «Il paziente è arrivato in gravissime condizioni e il suo recupero è apparso difficile», ha spiegato il primario Roberto Rigoli, «è importante ribadire il che l’autocura in presenza di infezioni è sempre pericolosa».
L’infezione
Lo Streptococcus pneumoniae o Pneumococco è, dopo il meningococco, uno degli agenti più comuni della meningite. «La meningite da pneumococco, a differenza di altri tipi di meningite, non dà origine a focolai epidemici. Per questo motivo non richiede nemmeno interventi di profilbadi antibiotica sui familiari e i contatti stretti», aveva immediatamente badicurato la direzione sanitaria dell’Usl 2. A metà febbraio dell’anno scorso l’Usl 2 aveva registrato un numero record di meningiti, superando nei primi due mesi la media annuale di 10 diagnosi. Un fenomeno che era stato attentamente studiato dagli esperti, giunti alla conclusione che la causa principale dell’infezione fosse l’influenza accompagnata da una forte faringite, che facilitava l’entrata del batterio pneumococco (il 15% della popolazione ne è portatrice sana) nel sangue fino ad arrivare alle meningi.
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