Vaccino antinfluenzale 2018, quando conviene farlo (e quando no) – Cronaca



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Roma, 23 ottobre 2018 – Parte la campagna di profilbadi antinfluenzale in tutta Italia, il giorno d’inizio varia da regione a regione, ma cambia di poco. È dunque tempo di vaccino antinfluenzale e dovrebbero farlo tutti quelli che intendono proteggersi dal rischio contagio, non solo le categorie a rischio come le persone sopra i 65 anni o i malati cronici. Perché conviene farlo? Perché da 4 a 8 milioni di italiani saranno inesorabilmente contagiati dal virus influenzale, con le conseguenze del caso, e la prevenzione è la migliore cura, l’organismo sviluppa anticorpi e il virus non riesce a fare breccia.

VIRUS INSIDIOSO
“Quest’anno – afferma Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità – dobbiamo aspettarci una maggiore circolazione del virus influenzale H3n2, che lo scorso anno ha circolato meno ma è che è più pericoloso perchè muta molto rapidamente. Al contrario, dovrebbe esserci una minore circolazione di virus B, il più diffuso lo scorso anno. La popolazione è più suscettibile al virus H3n2 appunto perchè è circolato poco e c’è una minore immunizzazione. Il vaccino contiene comunque i vari ceppi, incluso l’H3n2 aggiornato in base al ceppo che ha circolato più recentemente. Il consiglio resta pertanto quello di vaccinarsi, per prevenire eventuali conseguenze principalmente nelle fasce di popolazione più deboli”.

ANTICORPI
L’influenza vera e propria arriverà tra qualche settimana, ecco perché questo è il momento per provvedere alla vaccinazione, che impiega un paio di settimane a sviluppare anticorpi. Ma le temperature altalenanti, con l’improvviso sopraggiungere in questi giorni di maltempo e freddo in varie regioni, certamente non aiutano: sarebbero già circa 200mila gli italiani colpiti dai virus parenti dell’influenza e costretti a letto con raffreddori, mal di gola, tosse e febbre, e l’abbbadamento delle temperature contribuirà a un aumento dei casi. Questo succede, come dicevamo, proprio mentre stanno prendendo il via le vaccinazioni contro l’influenza stagionale come prevede la campagna promossa dal ministero della Salute.

VANTAGGI
I virus stagionali dell’influenza saranno presumibilmente isolati a breve, cioè faranno la loro comparsa ai primi freddi come ogni anno. Nel frattempo a farla da padrone sono i cosiddetti virus parainfluenzali, che si risvegliano quando il clima è caratterizzato da repentini cambiamenti. Ma perché ci si ammala di più di prima? Un aumento dei casi è dovuto al cambio delle abitudini: si sta meno fuori e si vive più a lungo negli ambienti chiusi, sovraffollati, a contatto con altre persone, dove la circolazione dei virus è più intensa. La maggior parte di questi disturbi è causata da virus e, dunque, non è necessaria una terapia a base di antibiotici. Andrebbero invece utilizzati, ma sempre sotto indicazione del medico, antinfiammatori e paracetamolo. 

LIMITI
Ci sono strati di popolazione meno propensi a fare il vaccino perché ritengono possa offrire una protezione insufficiente. Come risaputo l’influenza è altamente età-dipendente, infatti il paziente anziano è maggiormente vulnerabile al virus di tipo A mentre il virus B ha un impatto relativamente maggiore nei bambini e negli adolescenti. Alla luce di queste considerazioni occorre distinguere le diverse opzioni, il vaccino trivalente adiuvato, ad esempio, risulta il vaccino di elezione per l’immunizzazione della popolazione sopra i 65 anni, perché, anche se in buona salute, questi soggetti hanno una ridotta capacità di risposta agli stimoli antigenici ed è quindi importante scegliere per loro un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria.

DIFFERENZE
I risultati mostrano che nelle persone sopra i 65 anni il vaccino antinfluenzale adiuvato è stato del 46% più efficace nel prevenire le ospedalizzazioni dovute alle complicanze dell’influenza tra cui polmoniti, infarto del miocardio e ictus. In questo scenario anche il Ministero della Salute in Italia si è espresso, nella sua ultima circolare, suggerendo l’utilizzo del vaccino adiuvato nei grandi anziani poiché è in grado di fornire “una protezione superiore rispetto a quella del vaccino trivalente e quadrivalente non adiuvato”.

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