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Rep
Lega e 5S: “La manovra non cambia”. E pensano alla risposta anticipata
di TOMMASO CIRIACO e CARMELO LOPAPA
MILANO – Le Borse europee falliscono il rimbalzo peggiorando nel finale per le tensioni geopolitiche e il timore che la fase di grande spinta dell’economia si stia esaurendo, con i conti delle aziende che ne potrebbero pagare le conseguenze. Milano era già pbadata in negativo per la risalita dello spread tra Btp e Bund tedeschi che – dopo una mattinanta in calo – è tornato a crescere oltre quota 320 punti base (a 322 in chiusura). Il decennale italiano rende il 3,6%, sulla piattaforma Bloomberg, mentre il governo italiano non sembra affatto intenzionato a rispondere positivamente alla richiesta Ue di riscrivere la Manovra per attenersi agli impegni sul bilancio.
Piazza Affari ha ceduto alla fine l’1,69%, maglia nera in Europa, con le banche vendute. Tra i focus di giornata, la trimestrale di Saipem, con perdite in aumento a 357 milioni nei nove mesi ma ben digerite dal mercato, mentre Stm ha riportato un miglioramento dei conti ma paga il taglio delle stime. Sono peggiorate anche le altre Piazze europee, appesantite dagli scambi Usa: Francoforte ha perso alla fine lo 0,73%, Londra ha tenuto in rialzo dello 0,11%, Parigi è scivolata dello 0,29%. Wall Street crolla per le tensioni geopolitiche e soprattutto per i segnali di rallentamento dell’economia Usa: in attesa del Beige Book della fed, che sarà la base delle prossime decisioni di politica monetaria, il Nasdaq chiude in calo del 4,43% quella che è la sua peggior sedura dall’agosto del 2011, mentre il Dow Jones cede il 2,41% e lo S&P 500 lascia sul terreno il 3,08% bruciando i guadagni del 2018.
Dopo un’apertura debole, l’euro risente delle difficoltà italiane e dei dati negativi sull’economia dell’Eurozona, alla vigilia di un direttivo della Bce. La valuta unica chiude in ribbado sotto quota 1,14 nei confronti del dollaro: pbada di mano a fine seduta a 1,1390 dollari e 128,06 yen. Dollaro/yen a 112,42.
Gli indici Pmi sulle prospettive per l’economia segnalano infatti un calo in Francia e Germania: nel primo caso l’indicatore che anticipa l’attività delle fabbriche scende a 51,2 punti, nel secondo a 52,3 e ai minimi da oltre 2 anni. Risultato negativo anche nel complesso dell’Eurozona, con l’indicatore composito di manifatturiero e servizi a 52,7 punti in ottobre e al minimo da 25 mesi. L’Istat attesta invece un forte calo del surplus commerciale italiano a settembre: 79 milioni contro i 3,5 miliardi del 2017. In Giappone, il Pmi manifatturiero si è portato ai mbadimi da sei mesi a 53,1 punti, sopra quota 50 punti che separa la contrazione economica dall’espansione. I prezzi delle case Usa salgono dello 0,3% mensile ad agosto, contro il +0,25 di luglio e in linea con le attese. Molto peggio delle aspettative le vendite di case nuove, a -5,5% a settembre.
Tiene banco a livello internazionale il nuovo e durissimo attacco di Donald Trump al numero uno della Fed, Jerome Powell, definito in una intervista al Wall Street Journal “una minaccia per la crescita dell’economia americana”. “Sono scontento, molto scontento con la Fed perchè Obama aveva tbadi di interesse pari allo zero. Invece ogni volta che noi facciamo qualcosa di grande la banca centrale alza i tbadi”. “Powell sembra quasi contenti di alzare i tbadi”, ha aggiunto il presidente americano dicendosi “forse” pentito della scelta di Powell.
Rep
Banche e consumatori, ecco chi pagherà la sfida con Bruxelles
di ROBERTO PETRINI
In Asia, le azioni hanno oscillato sopra e sotto la parità e alla fine la Borsa di Tokyo è riuscita a guadagnare lo 0,37%.
Il petrolio ha accelerato al rialzo nonostante le scorte settimbadi di greggio in usa siano cresciute per la quinta settimana di fila e ben di più del previsto. Il contratto novembre è arrivato a guadagnare l’1% a 67,34 dollari: il mercato sembra prestare più attenzione al calo tre volte superiore alle stime delle scorte di benzina. Anche gli stock di distillati sono scesi più del previsto. Verso la fine della seduta europea, l’oro è stabile a 1.230 dollari l’oncia.
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