Usa e petrolio: indipendenza energetica raggiunta



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La decisione di Ryad di tagliare da dicembre la sua produzione, decisione arrivata dopo la riunione dell’Opec tenutasi lo scorso fine settimana ad Abu Dhabi, ha scatenato le ire del presidente Usa Donald Trump.

La decisione di Ryad di tagliare da dicembre la sua produzione, decisione arrivata dopo la riunione dell’Opec tenutasi lo scorso fine settimana ad Abu Dhabi, ha scatenato le ire del presidente Usa Donald Trump il quale ha scelto di usare la sua arma più conosciuta: Twitter.

Il tweet della discordia

Ecco allora che dopo la conferma da parte dell’Arabia Saudita di voler dar vita ad una strategia di tagli che insieme alla Russia potrebbe arrivare alla soglia di 1milione di barili al giorno, è partita la contromossa di Trump che ha twittato: “La speranza è che l’Arabia Saudita e l’Opec non taglieranno la produzione. In base all’offerta il prezzo del petrolio dovrebbe essere molto più bbado”.

In realtà le parole del ministro saudita Khalid Al Falih, sono state pronunciate all’interno di un più ampio quadro rbadicurante: “Semmai le cose dovessero restare come sono adesso allora potremmo decidere di tagliare. Abbiamo visto segnali di un aumento dell’offerta, in particolare dagli usa, ma per il resto dello scenario internazionale non sembrano essercene altri”. Parole che avevano l’intenzione di calmare ma che evidentemente su Trump non hanno avuto effetto.

Indipendenza energetica

Anche perchè dagli Usa arriva un’altra notizia: dopo anni di dipendenza energetica che ha costrtto Washington ad alleanze scomode con molte nazioni del Medio Oriente è arrivata la tanto sospirata indipendenza energetica. Ad ottobre, e per giunta anche prima di quanto ci si aspettbade, gli usa hanno prodotto più di quanto consumato.

La conferma arriva da fonti di Bank of America Merrill Lynch che hanno sottolineato i 15,9 milioni di dollari al barile raggiunti sulla produzione di ottobre e che rappresentano circa 2 milioni di barili in più su quanto fatto nello stesso periodo dell’anno scorso. Intanto l’oro nero è sceso del 20% dai mbadimi raggiunti nelle scorse settimane mentre resta l’incognita della domanda a causa delle guerre commerciali: alcune voci vorrebbero la diplomazia a stelle e strisce in movimento per trovare un accordo con Pechino e limare, se non altro, le asperità maggiori riguardanti i dazi sulle merci reciprocamente importate.

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