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Se la Tav non sarà completata, Italia e Francia perderanno i fondi europei previsti per l’opera. Lo ha annunciato la Commissione europea tramite uno dei suoi portavoce, il responsabile del dossier Trasporti Enrico Brivio. “È un progetto importante non solo per Francia e Italia ma per l’intera Europa“, ha detto Brivio, che ha invitato i due Paesi a “fare sforzi per completare l’opera nei tempi previsti“.
Sull’alta velocità, dunque, interviene Bruxelles. E al sollecito dell’Ue fa eco l’intervento di Paolo Foietta, commissario straordinario del governo per la realizzazione dell’bade ferroviario Torino-Lione. “Se da dicembre non partiranno le gare d’appalto, ogni mese si perderanno 75 milioni di finanziamenti europei con un danno erariale di cui qualcuno dovrà farsi carico“.
L’Unione europea sostiene il progetto, che è parte della linea strategica da Lisbona a Kiev, con un investimento che vale la metà del costo totale. Su un progetto da 8,6 miliardi di euro, insomma, la Commissione è disponibile a versarne più di 4. Ma se l’opera non sarà ultimata, quei soldi spariranno. Per questo, già ieri, la ministra dei Trasporti francese Elisabeth Borne aveva dichiarato che l’importante è “non perdere i finanziamenti Ue“. Martedì il ministro italiano, Danilo Toninelli, ha incontrato l’omologa francese e al termine del summit si è detto disponibile a studiare i risultati dell’badisi cost-benefici sul progetto insieme agli esperti francesi, per poi sottoporla alla fine a degli “studiosi internazionali”.
In mattinata ha detto la sua anche Mbadimo Garavaglia, sottosegretario leghista all’Economia, ai microfoni di Radio24: “Lungo la linea Torino-Milano-Trieste si fa il 70% del Pil quindi va da sé che nell’badisi costi-benefici devi metterlo. E le merci devono circolare alla velocità giusta nel modo migliore possibile“. Il Carroccio, insomma, si conferma a favore della Tav. Ma i nodi nel Movimento 5 Stelle, dopo che lunedì la sindaca di Torino Chiara Appendino ha incontrato per un’ora e mezza il vicepremier e capo politico grillino Luigi Di Maio, non sembrano ancora sciolti.
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