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“Ci stiamo pensando, la notte porta consiglio”. Risponde così Salvini ai cronisti che gli chiedono cosa risponderà il governo alla bocciatura della manovra decretata da Bruxelles. La Commissione Ue aspetta una risposta entro il 13 di novembre e Conte&Co. dovranno fare una scelta: andare allo scontro o cercare una mediazione?
Dalla scuola di formazione politica della Lega, Salvini ieri non ha dato risposte certe. “Non andiamo lì cocciuti: o è così o è pomì”, ha detto. “Sicuramente scriveremo che accettiamo i consigli e i suggerimenti costruttivi”. Ma senza piegarsi troppo: “I pregiudizi no, le minacce no – è il ragionamento del leghista – I commissariamenti no. Non tocchiamo di una virgola i fondamentali della manovra. E non verrà mai nessuno da Parigi, Berlino, Bruxelles a convincermi che la legge Fornero va bene così”.
Ed è proprio su quel “qualcuno” che in questi giorni il governo dovrà confrontarsi. Come spiega il Corriere, infatti, a Roma sono in arrivo gli ispettori del Fondo Monetario Internazionale, critico nei confronti delle stime sulla crescita contenute nel Def. La visita è prevista nell’ambito dell’Article IV e l’incontro con Giovanni Tria è previsto proprio per mercoledì, ovvero il giorno in cui l’esecutivo dovrà dare una risposta a Bruxelles.
Dunque dialogo sì, ma senza cambiare “i fondamentali della manovra”. Tradotto: il deficit previsto rimarrà al 2,4%, ma il ministero dell’Economia potrebbe rivedere la stima sulla crescita. L’ottimistico 1,5% potrebbe essere abbbadato, spiega il Corriere, a un più realistico 1,3%. Basterà? Difficile dirlo adesso. Di certo Tria proverà a dire agli ispettori del Fmi che manovre restrittive non aiutano il Belpaese.
Intanto però da Bruxelles arrivano messaggi poco rbadicuranti. “Le regole esistono per essere rispettate – ha detto Juncker, come riporta l’Ansa – soprattutto dall’Italia che negli ultimi anni ha beneficiato di tutti gli elementi di flessibilità che abbiamo aggiunto alla griglia di lettura economica del patto di stabilità”. Una flessibilità che secondo il presidente della Commissione “ha consentito all’Italia di spendere 30 miliardi in più” rispetto al previsto.
Se non si troverà un accordo, dunque, dopo gli ispettori del Fmi potrebbero arrivare pure quelli dell’Ue per la procedura di infrazione. “Manca l’ispettore Derrick e il tenente Colombo e poi ce li abbiamo tutti”, ha replicato Salvini. La strada del negoziato è ancora lunga.
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