Appendino dopo la piazza sì Tav «Incontrerò le promotrici»



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La solitudine si misura anche con un post su Facebook. Alle dieci del mattino Chiara Appendino pubblica poche righe sul calo dei reati in citt, con il suo stile sempre pudico, condivido con voi queste statistiche non per sostenere chiss quale tesi…, e l’effetto risulta comunque straniante. Perch questa domenica pur sempre il giorno dopo una manifestazione destinata a pesare non solo sugli equilibri locali, 35mila persone e tutte le categorie produttiva in piazza per la Tav, e contro di lei, inutile girarci intorno. Perch il messaggio precedente quello dove lei predica le porte aperte, subito chiuse dalla reazione sdegnata di alcuni esponenti della maggioranza penstastellata che la sostiene.

Le luci al terzo piano sono accese, ma al citofono del bel palazzo residenziale nella Cit Turin non risponde nessuno. La sindaca ha annullato ogni impegno, compreso la visita negli stand di CioccolaT, che pur sempre un evento tornato a casa dopo un anno di badenza. Le succede spesso, nei momenti di difficolt, di chiudersi in un riserbo non solo sabaudo. Questo il momento peggiore di una amministrazione giunta a met del suo percorso, nata sotto una stella diversa e pi splendente. Appendino ne consapevole, e non si tratta di un peso facile da portare, questo rovescio della propria fortuna. Voglio collaborare ripete. Piaccia o non piaccia ai suoi consiglieri comunali, che lei ogni tanto definisce un po’ agitati, con ironia per carit, ha intenzione di incontrare a breve le sette madamin torinesi che portando in piazza Castello cos tanta gente hanno evidenziato la nudit della regina, il suo isolamento dal resto della citt.

Quando la tempesta perfetta non resta che guardarsi indietro, e fare autocritica, per capire come stato possibile arrivare a questo punto. Appendino ha sempre accettato le critiche, anche se non accetta di essere indicata come l’unica responsabile dell’attuale stato di Torino. Ci sta tutto, ma scorretto dire che prima di me andava tutto bene. come se una sindaca che poteva davvero diventare civica faticbade ad accettare le logiche della politica alla quale ha accettato di sottostare, pressata dalle esigenze nazionali dei Cinque stelle e dall’ortodossia dei Cinque stelle locali. Il peccato originale la disastrosa sorte della candidatura olimpica. Ho sbagliato a pensare che Torino potesse ottenerle da sola.

stato allora che si rotto il ghiaccio sul quale si reggeva un rapporto benevolo con Torino. Aveva retto alla perdita delle grandi mostre, alla tragedia di piazza San Carlo, persino alla crescente egemonia di Milano, che certo non dipende da me. Ma dopo quella che la citt ha vissuto come una ingiusta umiliazione, tutto le tornato indietro, con gli interessi. La scelta di cedere alle pressioni della sua maggioranza per fare di Torino la capitale del No alla Tav ha segnato il punto di non ritorno. Sul treno ad alta velocit la sindaca ha la sua legittima opinione. fortemente contraria all’opera, ma resta convinta che si far. Carte alla mano, e tutto si pu dire di lei tranne che non studi e non si applichi, ritiene impossibile tornare indietro. Ho il dovere di collaborare anche con chi non la pensa come me, ripete spesso. Ma nessuno mi d pi ascolto.

Questa consapevolezza, la sensazione che ormai alle sue spalle ogni possibile ponte si sia chiuso, ha notevoli pezze d’appoggio. La vicenda della Tav le costata la collaborazione di Sergio Chiamparino, che per due anni stato suo alleato istituzionale e oggi ripete che impossibile lavorare a qualunque nuovo progetto con la sindaca, perch ormai le cose sono troppo intrecciate per fare distinzioni. La reazione istintiva quella di chiudersi ancora di pi nel suo ufficio, fa parte del carattere. Sono settimane che non ha pi rapporto con l’Unione industriali, che pure in campagna elettorale l’aveva sostenuta in modo informale, sono settimane che non parla pi con i vertici delle badociazioni di categoria. I suoi collaboratori pi stretti e gli amici le dicono di uscire dal guscio. Ne ha bisogno la citt, ne ha bisogno anche lei. Devi vincere la convinzione che ormai sia tutto compromesso. Ma lei la prima che sembra non crederci pi. Nessuno mi ascolta. La politica, che brutta bestia.

11 novembre 2018 (modifica il 11 novembre 2018 | 22:51)

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