Bayer crolla in borsa dopo condanna in Usa per glifosato



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289 milioni di dollari all’uomo che si è ammalato di cancro

Esistono fino a 5000 denunce negli Usa simili a quella al centro del caso di Dewayne Johnson che potrebbe quindi costituire un precedente importante con possibili centinaia nuove denunce contro la Monsanto, recentemente acquistata dal conglomerato tedesco Bayer

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Bayer crolla in Borsa a Francoforte dopo la condanna negli Usa per gli effetti di un diserbante a base di glifosato che avrebbe causato la grave malattia di un giardiniere in California. A fronte di un danno quantificato in 78,6 milioni di dollari (68,38 milioni di euro) dal Tribunale di San Francisco, il titolo lascia sul campo oltre l’8% a 70,53 euro.

Il Tribunale Usa ha rigettato ieri le osservazioni del Gruppo tedesco, che sosteneva che non ci fossero prove per affermare che il diserbante sarebbe la causa del tumore. Ora dovrà risarcire il giardiniere sborsando 289 milioni di dollari.

La Monsanto — ha spiegato l’accusa nel mese di dibattimento — avrebbe deliberatamente silenziato gli allarmi sui pericoli del glifosato. Lo dimostrerebbero anche le mail interne all’azienda, dove si legge di tentativi di insabbiare studi scientifici sfavorevoli e promuoverne, persino aiutando a scriverli, altri ‘badolutori’, secondo un copione che ricorda le manovre di “Big Tobacco” per nascondere i rischi delle sigarette.

La complessità del processo stava però nel fatto che la pericolosità dell’agente chimico è ancora oggetto di diatribe scientifiche: nel 2015 l’Organizzazione mondiale della Sanità l’ha clbadificato come «probabile cancerogeno” per gli esseri umani, ma né l’Epa, l’Organizzazione americana per la protezione dell’ambiente, né le agenzie europee per la sicurezza degli alimenti e per i prodotti chimici hanno offerto pareri simili. Ma la giuria è stata netta: “I prodotti avevano rischi potenziali noti al momento della loro produzione e vendita? Sì. La mancanza di avvertenze sui rischi è stato un fattore sostanziale nel causare danno al dottor Johnson? Sì”.

Il caso: Johnson si ammalò nel 2014
Dewayne Johnson, era custode di siti scolastici nella zona di San Francisco, dove utilizzava l’erbicida della Monsanto nel suo lavoro e aveva sviluppato un’eruzione cutanea nel 2014, all’età di 42 anni, con la successiva diagnosi di un linfoma non-Hodgkin. I legali della multinazionale sostengono da parte loro che quel tipo di linfoma impiega anni per manifestarsi e che quindi Johnson deve esserne stato affetto da prima del suo incarico nel distretto scolastico. 

Johnson aveva chiamato due volte il numero verde della Monsanto per informarsi di eventuali rischi dopo essersi inzuppato di erbicida per un malfunzionamento dell’innaffiatore, ed entrambe le volte si era sentito promettere, invano, che l’avrebbero richiamato. Sarà il suo datore di lavoro, informato della malattia, ad aprirgli gli occhi e a spingerlo alla denuncia: “Generalmente pbadano due anni per prendersi un cancro con quei prodotti”, gli dice.

Prima denuncia in tribunale in cui si sostiene legame fra il glisofato e diagnosi di cancro
Si tratta della prima denuncia che arriva in tribunale in cui si sostiene il legame fra il glisofato e una diagnosi di cancro. Fatto che la Monsanto contesta: “La giuria ha sbagliato”, ha reagito a caldo il vicepresidente dell’azienda. Esistono tuttavia fino a 5000 denunce negli Usa simili a quella al centro del caso di Dewayne Johnson che potrebbe quindi costituire un precedente importante con possibili centinaia nuove denunce contro la Monsanto, di base a St. Louis e recentemente acquistata dal conglomerato tedesco Bayer. 



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