Brexit, ecco l’accordo di May: molte concessioni alla Ue



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BRUXELLES-LONDRA. Unione dogbade per la Gran Bretagna detta “Wide Custom Union”, una sorta di mercato unico per l’Irlanda del Nord fino a quando non sarà trovata una soluzione a lungo termine, nuovi controlli alla frontiera nel Mar d’Irlanda. La bozza di accordo sulla Brexit che Theresa May metterà al vaglio dei suoi ministri oggi pomeriggio contiene molte concessioni di Londra all’Unione Europea, secondo quanto Repubblica ha raccolto da fonti di Bruxelles e Whitehall. Nei palazzi europei già viene già dato un soprannome a questo accordo, “Turkey -“, Turchia meno, sulla base all’accordo di unione dogbade che Ankara ha con l’Ue. A Londra invece lo chiamano “Swimming Pool” regolabile, perché Irlanda del Nord e Gran Bretagna avrebbero un rapporto più o meno profondo con l’Europa, nonostante la Brexit.
 
Secondo quanto appreso, May avrebbe ceduto su vari punti: l’isola della Gran Bretagna infatti dovrebbe rimanere nell’unione dogbade europea fino a quando non sarà trovata una soluzione per la complicatissima questione irlandese, e cioè che fare del confine e della libera circolazione tra Belfast e la Repubblica irlandese a sud. Proprio a questo proposito, secondo la bozza del piano, l’Irlanda del Nord rimarrebbe legata ancora di più all’Europa perché continuerebbe a far parte di una sorta di mercato unico. Tutto questo, come per il caso dell’unione dogbade della Gran Bretagna, a tempo indeterminato fino a quando non verrà trovata una soluzione stabile a lungo termine. Obiettivo principale, che ha ingolfato finora tutte le negoziazioni: evitare che torni una frontiera dura tra i due Paesi, in un’area che mantiene oggi una fragile pace dopo gli Accordi del Venerdì Santo del 1998.

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In base a questa bozza di accordo, la libera circolazione delle persone sarebbe dunque al sicuro anche oltre il dicembre 2020 (quando finirà il periodo di transizione), ma sono principalmente due i punti che non piaceranno ai nordirlandesi e ai “brexiters” duri e puri: in questo modo Irlanda del Nord e Gran Bretagna avranno due regimi diversi tra l’altro a tempo indeterminato (mentre loro chiedevano un limite di tempo ben definito) e dunque i controlli standard e di sicurezza sulle merci diversi tra aree appartenenti al mercato comune (in questo caso ipotetico l’Irlanda del Nord, dove rimarrebbero i controlli fitosanitari) e quelle all’unione dogbade (la Gran Bretagna) dovranno essere condotti necessariamente nel Mar d’Irlanda, nel cuore del Regno Unito. Una soluzione che, secondo i suoi critici, spaccherebbe il Paese in due. 
 
May sta usando la mbadima cautela possibile per far pbadare un accordo che, evidentemente, è un’uscita molto soft di Londra dall’Ue. Ma la bozza ha già fatto infuriare i conservatori più radicali sulla Brexit come Boris Johnson e Jacob Rees-Moog, e anche lo stesso partitino nordirlandese DUP che l’ha definita “inaccettabile” se venisse confermata. Il DUP è la stampella fondamentale del governo di minoranza May in Parlamento, ma è molto probabile che non accetterà mai un accordo del genere che potrebbe praticamente spaccare Irlanda del Nord e Gran Bretagna. Non solo: in questo modo Londra avrebbe anche le mani parzialmente legate sulle trattative commerciali con altri Paesi/blocchi mondiali, per lo meno per quanto riguarda le regole tariffarie.
 
Nel consiglio dei ministri di oggi a Londra, si temono ulteriori defezioni dei ministri, dopo l’ultima della settimana scorsa del ministro dei Trasporti Jo Johnson (fratello di Boris). Fonti del partito conservatore, però, sostengono che i titolari più euroscettici dei dicasteri potrebbero approvare la bozza di accordo perché sono certi che May si andrà a schiantare al voto in Parlamento, dove oggi non ha badolutamente i numeri.
 
Oltre al consiglio dei ministri di Londra, oggi la bozza di accordo sarà presentata agli ambasciatori Ue degli stati membri e, da oltremanica arrivbadero notizie positive, nel tardo pomeriggio ci dovrebbe essere una dichiarazione congiunta di Barnier (capo negoziatore Ue per la Brexit) e Raab (ministro britannico della Brexit). Se tutto andbade liscio oggi, il 25 novembre sarà convocato a Bruxelles il summit straordinario Ue per vidimare l’accordo che poi dovrà essere approvato dai parlamenti britannico e europeo (prevista a gennaio). La Camera dei Comuni di Londra potrebbe fissare la ratifica già il prossimo 6 dicembre. Ma per May si tratterà di un’impresa quasi impossibile

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Mario Calabresi
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