Brexit, sì del governo britannico alla bozza dell’accordo con l’Ue



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LONDRA. Theresa May ce l’ha fatta, almeno per ora. Dopo una riunione fiume durata quasi sei ore, stasera la premier britannica ha strappato un sì importante ma non decisivo ai suoi ministri sulla bozza tecnica di accordo con l’Europa sulla Brexit. Le discussioni sono state molto complicate: i ministri euroscettici a un certo punto avrebbero iniziato a organizzare un voto di sfiducia per May, ma poi avrebbero desistito.




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È stato un summit “appbadionato e difficile”, ha dichiarato May ai cronisti fuori da Downing Street dopo il via libera del governo, “ma sono sicura che questa sia la soluzione migliore per il Regno Unito, è stato fatto un buon pbado in avanti e ora bisogna andare avanti. Ci sono giorni difficili davanti a noi, ma l’accordo è nell’interesse nazionale e mantiene la promessa del referendum. Credo fermamente con la testa e il cuore che questa sia una decisione che è nell’interesse di tutto il Regno Unito”.
 
La riunione è durata molto più del previsto perché i ministri euroscettici come Ester McVey e Penny Mordaunt avrebbero intavolato discussioni molto critiche nei confronti di May, in quanto la bozza di accordo tra Uk e Europa presentata loro da May prevede un’unione dogbade per la Gran Bretagna e una sorta di mercato unico per l’Irlanda del Nord senza limiti di tempo, cosa che ha allarmato decisamente i conservatori più euroscettici e il partitino unionista irlandese DUP, decisivo per il governo di minoranza May in Parlamento. I critici temono di rimanere “vbadalli” dell’Europa e la spaccatura del Regno Unito.
 




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Proprio in Parlamento ci sarà però la vera prova per May. Dopo l’ok del consiglio dei ministri di oggi, ora è probabile un summit europeo straordinario il 25 novembre a Bruxelles per vidimare anche dal punto di vista politico la bozza tecnica che ha in tasca May. Poi, però, ci sarà il giorno della verità, e cioè il voto dell’accordo Uk-Ue alla Camera dei Comuni britannica che dovrebbe tenersi all’inizio di dicembre (forse il 6). May, a oggi, non ha affatto i numeri ma continua imperterrita nel suo azzardo contando in una ondata di “responsabili” in suo favore all’ultimo momento. Ma ci vuole un miracolo. Fonti del partito conservatore sostengono che i ministri euroscettici oggi abbiano solo abbaiato e non morso perché sono certi che la premier si schianterà in Parlamento. E se l’infinita resilienza di Theresa ce la dovesse fare? Il Regno Unito e tutta l’Europa rimarranno per molto con il fiato sospeso.
 

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Mario Calabresi
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