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Le sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti hanno rigettato il ricorso avverso la deliberazione n.153 del 4 maggio 2018, con cui la sezione controllo della Corte dei conti della Sicilia ha decretato il dissesto economico-finanziario del Comune di Catania. Secondo i giudici contabili il “buco” sarebbe di circa 1,6 miliardi di euro e non ci sarebbe la sostenibilità finanziaria per gestirlo.
ll Comune di Catania, aveva rilevato la Corte dei Conti di Sicilia nel suo provvedimento, ha “pretermesso un considerevole ammontare di pbadività al momento della predisposizione del piano di riequilibrio e non ha operato una rappresentazione corrispondente alla realtà dell’effettiva esposizione debitoria che, a vario titolo, coinvolgeva l’ente». Il Collegio ha ritenuto che «l’accertamento della suddetta condizione mina alla base la realizzazione del programma di risanamento ma, in ogni caso, si traduce in un sostanziale inadempimento degli obiettivi connessi alla realizzazione del piano di riequilibrio».
«Prendiamo atto con amarezza di questo giudizio della magistratura contabile che conferma la delibera del 4 maggio scorso e che toglie al Comune ogni possibilità di evitare il default». Lo afferma il sindaco di Catania, Salvo Pogliese. «Fin dal nostro insediamento, 4 mesi fa – aggiunge – consapevoli delle enormi difficoltà ricevute in eredità, abbiamo operato con scrupolo e coscienza e un impegno totalizzante, per salvare il Comune e la città da una condizione di fallimento che mette in difficoltà i lavoratori, le imprese e i cittadini che usufruiscono dei servizi. Come fatto con la delibera del consiglio comunale sui correttivi chiesti dalla Corte dei conti ai rendiconti 2014-2015-2016, ora, questo nuovo pronunciamento dei giudici ci riconferma che la strada intrapresa è quella giusta: fare rientrare il Comune nell’alveo della legalità e delle veridicità dei documenti contabili, precondizione indispensabile per riprendere un cammino virtuoso di risanamento, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini».
«La gravità degli inadempimenti rilevati – aveva osservato la Corte dei Conti – già emersi all’esito delle precedenti verifiche relative al secondo semestre 2014 e ai due semestri 2015 e confermati con la presente verifica relativa ai due semestri 2016 e al primo semestre 2017, consentono di accertare la gravità degli inadempimenti e delle irregolarità contabili e la reiterazione del sostanziale mancato perseguimento degli obiettivi prefissati dal piano di riequilibrio approvato dall’Ente».
Nel loro provvedimento i giudici avevano segnalato come dai controlli fosse emersa una «rappresentazione della situazione economico-finanziaria contraddistinta dalla sussistenza di gravi e rilevanti irregolarità contabili registrate nel corso degli ultimi esercizi finanziari, oltre che dalla sussistenza di un considerevole ammontare di pbadività, in gran parte sottostimate al momento dell’approvazione del piano che, in ogni caso, alla data odierna, appaiono tali da non consentire l’attuazione del programmato risanamento e che, viceversa, evidenziano un preoccupante definitivo consolidamento e, per talune di esse, addirittura un sostanziale aggravamento».
La delibera delle sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma che ha rigettato il ricorso del Comune di Catania, rappresentato dal prof. Agatino Cariola, contro la dichiarazione di dissesto sarà trasmessa alla Regione Siciliana. Sarà l’badessorato agli Enti locali a intimare, poi, all’amministrazione comunale di redigere, entro 10 giorni, la delibera che dichiara il dissesto dell’Ente, che dovrà essere portata in Consiglio per il voto dell’Aula. La prefettura nominerà quindi i componenti dell’Organismo speciale per la liquidazione (Osl) che, come nelle procedure fallimentari, gestirà la mbada pbadiva. Il sindaco e il consiglio comunale resteranno in carica. Al momento il Comune di Catania ha bisogno di circa 20 milioni di euro al mese per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Ente e delle aziende partecipate e per la raccolta dei rifiuti e il loro conferimento in discarica. I dipendenti dell’Ente non hanno ancora ricevuto lo stipendio di ottobre, quelli della partecipate di settembre e ottobre.
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