Cortesie sovraniste. Così l’amico Kurz rema contro Salvini



[ad_1]

Juncker, Moscovici, sono questi i nostri «nemici», sono loro che demonizzano la manovra economica del governo italiano? Purtroppo no, ed è davvero una sfortuna per Salvini che le bordate più pesanti contro la nuova bandiera italica del 2,4 giungano dall’«amico» governo austriaco. Il cancelliere Sebastian Kurz, ieri, si è rivolto direttamente a Bruxelles: dovete bocciare la manovra italiana, ha detto, l’Austria non è pronta a sostenere il debito degli altri, l’Italia legittima l’incertezza dei mercati e altri seguiranno il suo esempio se non mettiamo il piede sul freno. Dobbiamo dire la verità: Kurz non ha tutti i torti, anzi, e del resto la Commissione non aveva bisogno dei suoi consigli. Ma lo stupore rimane: fino a ieri non era nostro «amico», il suo governo, e Salvini non ne aveva più volte tessuto le lodi, non si era parlato di «bade» con i ministri espressi dal partito mezzo sovranista e mezzo post-nazista che a Vienna è in coalizione con i centristi di Kurz?

Evidentemente l’abile condottiero della Lega ha un punto debole: non sa scegliersi gli amici. E non mi riferisco alla politica interna. Mi riferisco piuttosto agli Orbán che sono i primi a volere che i migranti restino tutti in Italia, ai Bannon che seminano ribaltoni europei per piacere di nuovo all’ex allievo Trump, agli austriaci che sembrano recitare due parti in commedia. Del resto non è la prima volta: Kurz aveva già sparato a zero contro l’Italia all’ultimo Consiglio europeo, e aveva precisato che lui (diversamente da Salvini) è favorevole alle sanzioni contro la Russia. A Vienna le cose cambiano in fretta, come da noi. Ed è consolante, per un Paese come il nostro, accusato di aver compiuto alcuni storici «giri di valzer», che almeno per un po’ quelle note trascinanti siano tornate sul Danubio.

22 ottobre 2018 (modifica il 22 ottobre 2018 | 19:42)

© RIPRODUZIONE RISERVATA



[ad_2]
Source link