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Dopo il bilaterale, Conte ha illustrato i contenuti dell’incontro e gli obiettivi della sua missione a New Delhi: «L’India è un partner commerciale e industriale molto importante per l’Italia. Il nostro interscambio ha raggiunto 8,7 milioni di euro, nel 2017 ed è in crescita. L’India ospita 600 imprese italiane e italo-indiane. I nostri investimenti in India hanno raggiunto i 6 miliardi di euro. Le nostre imprese lavorano in India nei campi dell’automotive, energie rinnovabili, componenti per l’industria, agro-industria, engineering e costruzioni. So che in India i nostri grandi gruppi hanno opportunità promettenti nelle aree di energie rinnovabili, Ict, mobilità sostenibile ed elettronica. Spero che raggiungeranno, insieme alle controparti indiane, risultati sempre più ambiziosi e io darò tutto il mio sostegno a tal fine».
Conte, intervenendo al Tech Summit, ha ricordato che «l’India sta vivendo una seconda» rivoluzione hi-tech «e promuove progetti molto innovativi quali “Digital India” – che fornirà al Paese infrastrutture digitali – e “Smart Cities”, con sistemi di trasporto e di distribuzione intelligenti. Le società italiane non dovrebbero perdere le opportunità offerte da questi programmi». Con Narendra Modi, sottolinea il premier, «abbiamo approfondito il possibile contributo italiano al “Make in India” in vari settori, inclusa l’industria della difesa, in cui l’Italia vanta eccellenze a livello globale. Abbiamo esplorato il potenziale per nuove partnership nel campo della sicurezza nei trasporti ferroviari e il rilancio della collaborazione nello sviluppo delle energie rinnovabili su cui, un anno fa, qui a Delhi è stato firmato un apposito memorandum».
Altro tema è quello della difesa, dove India e Italia a giudizio del premier «possono creare una partnership reciprocamente vantaggiosa. I contatti tra i ministeri della Difesa in questo campo si sono intensificati sempre più quest’anno, come dimostrato dalla riattivazione del Joint Defense Committee. Sulla difesa e sugli appalti le aziende italiane hanno sviluppato un competenza eccezionale, che può contribuire in modo significativo al programma “Make in India”». Il premier ricorda come sull’inchiesta su Augusta-Westland per un caso di tangenti proprio in India, ci sia stata una sentenza «di badoluzione», da parte della giustizia italiana, per l’ex ad del gruppo e sottolinea come, «allo stesso tempo, Leonardo si sia unito al Global Compact dell’Onu, e ciò significa che il gruppo ha allineato le sue strategie e le sue attività ai principi universali dei diritti umani, dell’ambiente e dell’anti-corruzione».
Conte si dice inoltre «convinto che Italia e India, lavorando insieme, possono promuovere un sistema libero ed equo di commercio internazionale, combattendo il protezionismo e allo stesso tempo gestendo la globalizzazione e riducendo al minimo le sue distorsioni, per garantire una vita pienamente dignitosa a tutti i cittadini, senza che nessuno sia lasciato indietro. Affrontiamo le stesse sfide globali, come la lotta ai cambiamenti climatici o l’attuazione dell’Agenda 2030».
«Gli scambi commerciali sono in crescita ma noi possiamo fare di più per favorire la cooperazione in settori come infrastrutture, rinnovabili, difesa e produzione alimentare. Anche in prospettiva della Brexit, confido che Italia e India possano trovare strade per cooperare e vedo la partecipazione dell’Italia al Tech Summit come Paese partner come inizio di una partnership dinamica nell’innovazione e nelle tecnologie d’avanguardia». Allargando il campo e parlando di rapporti bilaterali, poi Conte afferma: «L’India e l’Italia hanno punti di somiglianza e complementarietà che ci rendono alleati naturali nell’offrire risposte efficaci alle sfide del XXI secolo. Italia e India sono due democrazie forti. Siamo entrambi impegnati nel G20 nel promuovere un multilateralismo davvero efficace e una governance economica che possa badicurare condizioni di vita eque e dignitose a tutti i cittadini».
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