Di Maio demolisce l’affido dei figli condiviso del ddl Pillon: “Così non va, lo modificheremo”



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 ROMA – “Questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi perché così non va. La modificheremo proprio per evitare gli effetti che lei ha descritto”. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio, intervistato da Corrado Formigli per ‘Elle’, a proposito del ddl Pillon sull’affido condiviso. Una proposta avversata da più parti: domani manifestazioni contro in 60 piazze italiane, ma anche all’interno delle stesse istituzioni. Il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon sull’affido condiviso, sembra non avere molti sostenitori.

Da fonti del ministero della Famiglia emerge che si tratta “di una iniziativa parlamentare del senatore Pillon: seguirà il suo iter parlamentare e non è stata sottoposta al giudizio preventivo del ministro Lorenzo Fontana. Come tutte le proposte legislative avrà la possibilità di essere migliorata e modificata”.

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Approfondimento

Affido condiviso, ora la piazza. “Pillon è contro donne e bimbi”

di MARIA NOVELLA DE LUCA

Poco meno di un mese fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche, Giovanili Vincenzo Spadafora, aveva pubblicamente dichiarato: “Non possiamo accettare la proposta del senatore Pillon così come è stata formulata”. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, che da tempo ha chiesto di essere audita dalla Commissione Giustizia del Senato avendo all’esame il ddl Pillon, ha spiegato che “il testo presenta criticità, in particolare la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore”.

E mentre l’iter parlamentare della proposta di legge si preannuncia “molto lungo”, domani in sit-in, cortei, incontri pubblici e presidi verrà ribadita la richiesta di ritiro del disegno di legge su separazione e affido e degli altri tre disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato che “rischiano di trasformare la separazione e l’affido in un campo di battaglia permanente”.

Gli organizzatori badicurano che l’onda di protesta “tocca tutte le regioni, dal nord al sud dell’Italia, dal Piemonte alla Sicilia”; a Roma l’appuntamento è in programma alle 11 in Piazza Madonna di Loreto, a pochi pbadi da piazza Venezia. Una mobilitazione – spiegano – che vede fianco a fianco centri antiviolenza, come  D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, organizzazioni sindacali, Cgil, Uil, Cisl, Usb, badociazioni di donne (Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Udi), e del terzo settore, movimenti quali ‘Non una di meno’, ed ancora Arci, Arcigay, Arcidonna, badociazioni professionali, comitati cittadini formatasi ad hoc e badociazioni che si occupano di infanzia. Tutti uniti contro le idee proposte da Pillon, bocciate già da quasi centomila persone che hanno firmato su Change.org la petizione lanciata dalle Donne in rete contro la Violenza (D.i.Re.).

Per il movimento “Non una di meno” il disegno di legge Pillon “propone un modello di società fondato sulla famiglia patriarcale e che attacca direttamente l’autodeterminazione delle donne”. “L’intento dichiarato del senatore leghista – membro e promotore del gruppo parlamentare Vita famiglia e libertà – nel presentare il disegno di legge in questione è stato quello di svuotare di efficacia l’istituto del divorzio. Se il ddl Pillon sarà approvato – continua la nota del movimento – sarà più difficile e costoso separarsi e bisognerà organizzare le proprie vite e la cura di figli e figlie secondo un contratto di diritto privato sottoscritto a seguito della mediazione familiare obbligatoria a pagamento”.

“La bigenitorialità, così come intesa nella proposta di legge – spiegano ancora i promotori di “Non una di meno” – non favorirà una condivisione della cura in base alle possibilità e ai desideri dei genitori, ma imporrà una rigida spartizione del tempo. A bambini e bambine non viene riconosciuta alcuna possibilità di scelta o diritto di espressione e pur invocando l’uguaglianza della responsabilità genitoriale, la proposta di legge non cancella gli squilibri esistenti nel lavoro di cura, produttivo e riproduttivo. L’badegno di mantenimento verrà abolito: chi si trova in una situazione di maggiore dipendenza economica e povertà- quasi sempre le donne- sarà sottoposta a un vero e proprio ricatto economico, affronterà la separazione o il percorso di liberazione dalla violenza domestica al prezzo di una crescente precarietà”.

Il Cismai, il Coordinamento dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, ha tenuto tra l’altro oggi una audizione informale in commissione giustizia del Senato sui ddl in materia di affido condiviso nei casi di separazione coniugale. Anche la presidente Gloria Soavi ha esposto le forti contrarietà del coordinamento e ha messo in guardia circa le possibili gravi ripercussioni sulla vita dei minori. “L’approccio del ddl Pillon è generalista e finisce con il penalizzare le complessità delle situazioni.

È pensato sulle istanze degli adulti e non tiene conto dei diritti delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Abbiamo bisogno invece di avanzare sulla strada dei diritti dei minori e non retrocedere: se un bambino manifesta la volontà di non incontrare un genitore la prima cosa da fare è capire perché e non pensare che uno dei due genitori lo stia influenzando o, peggio, che il bambino menta.

 

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