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È Paul Biya il nuovo presidente del Camerun.
Ha vinto le elezioni del 7 ottobre 2018 con il 71,28 per cento dei voti e ha ottenuto il settimo mandato. A dare i risultati è stato Clement Atangana, presidente del Consiglio costituzionale del Camerun, che ha letto i risultati durante una cerimonia tenutasi per diverse ore al Conference Center di Yaounde, seguita in diretta dall’emittente di stato CRTV.
Biya ha vinto in 9 stati su 10, tranne in quello del Litorale in cui è situata la capitale economica del paese, Douala, dove è stato sconfitto dall’ex ministro Maurice Kamto, che aveva rivendicato per settimane la vittoria delle presidenziali.
A livello nazionale, Kamto è arrivato secondo con il 14,23 per cento dei voti, mentre Cabral Libii ha ottenuto il 6,28 per cento delle preferenze e il candidato del principale movimento di opposizione, Joshua Osih, ha ottenuto il 3,35 per cento.
Il presidente del Camerun ha vinto anche nel voto all’estero, ottenendo il 50,92 per cento delle preferenze, contro il 31,75 per cento di Kamto e il 10,29 per cento di Cabral Libii.
Secondo il Consiglio costituzionale del Camerun, il tbado di affluenza è stato pari al 53,85 per cento, con 3.590.681 votanti su 6.667.754 iscritti alle liste elettorali.
Buya, che ha 85 anni, governa ininterrottamente il paese dal 1982. Definito in patria “il presidente badente”, il capo di Stato camerunense nel 2017 ha trascorso 60 giorni fuori dal paese per visite private, secondo i dati dell’Organised Crime and Corruption Reporting Project.
L’opposizione ha parlato di brogli e di intimidazioni nei confronti degli elettori durante le votazioni del 7 ottobre, ma il Consiglio costituzionale ha respinto tutte le accuse.
“Chiunque vinca le elezioni non potrà ignorare la pericolosa situazione in cui si trovano le persone che vivono nelle regioni dell’estremo nord e in quelle anglofone, e deve dare la priorità alla loro protezione”, aveva detto Samira Daoud, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale, all’indomani del voto.
“Per troppo tempo, numerose violazioni dei diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie, torture, sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali sono state commesse impunemente in tre regioni del Camerun”.
Solo nella regione camerunense dell’Estremo Nord, il 10 per cento della popolazione è stata costretta ad abbandonare le proprie case a causa dell’insurrezione di Boko Haram.
Nel 2017 ci sono stati 111 episodi legati al gruppo terroristico, 41 dei quali attentati suicidi con esplosivi, con 201 civili uccisi.
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