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ROMA- Le Ferrovie dello Stato vanno avanti nella preparazione dell’offerta vincolante per le attività di Alitalia. La “via crucis” del piano di salvataggio della compagnia, che quest’anno perderà circa 480-500 milioni di euro, prosegue in vista della scadenza di mercoledì, quando – secondo fonti autorevoli – le Fs dovrebbero presentare formalmente l’offerta vincolante ai commissari della compagnia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari….
ROMA- Le Ferrovie dello Stato vanno avanti nella preparazione dell’offerta vincolante per le attività di Alitalia. La “via crucis” del piano di salvataggio della compagnia, che quest’anno perderà circa 480-500 milioni di euro, prosegue in vista della scadenza di mercoledì, quando – secondo fonti autorevoli – le Fs dovrebbero presentare formalmente l’offerta vincolante ai commissari della compagnia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.
Il consiglio di amministrazione delle Fs si è riunito lunedì pomeriggio per esaminare l’offerta, illustrata dall’amministratore delegato, Gianfranco Battisti. Come già spiegato dal Sole 24 Ore la scorsa settimana, l’offerta iniziale sarà solo delle Fs. Conterrà però dei paletti. L’efficacia dell’offerta sarà cioè condizionata all’ingresso di altri partner in una fase successiva. I partner non saranno solo altre società pubbliche (che malgrado alcune resistenze dovrebbero essere convinte dalla “moral suasion” del governo M5S-Lega sui loro vertici), si vuole attirare anche un successivo partner estero, una compagnia aerea che ad oggi non è pronta a impegnarsi.
Il ruolo di Cdp
Il coinvolgimento di questi soggetti potrebbe essere definito entro la fine dell’anno. Tra le società pubbliche dovrebbe essere sicuramente coinvolta Cdp, anche se con un ruolo da definire. Cdp è guidata dal nuovo a.d. Fabrizio Palermo, il primo manager su cui hanno puntato i Cinque stelle per rinnovare i vertici delle aziende pubbliche. Palermo è amico dell’a.d. di Acea, Stefano Antonio Donnarumma. Possibile anche un coinvolgimento del gruppo aerospaziale Leonardo (ex Finmeccanica), benché non vi sia alcuna indicazione ufficiale.
In corsa Delta e Lufthansa
La scelta del partner estero, secondo indiscrezioni, sarebbe tra l’americana Delta e la tedesca Lufthansa. Nessuna delle due compagnie però fino ad oggi ha voluto presentare offerte vincolanti. Lufthansa, in particolare, ha ripetuto pochi giorni fa che non si può risanare Alitalia senza tagli, anche al personale, un argomento che spaventa i sindacati e che è stato rigettato dal ministro dello Sviluppo economico e Lavoro, Luigi Di Maio. Da verificare quale sarà il reale interesse di questi vettori. Delta ad esempio, che fa parte della joint venture sui voli transatlantici con Alitalia, Air France e Klm, avrebbe dimostrato soprattutto interesse ad intese commerciali, ma non una propensione a un investimento in capitale di rischio.
L’a.d. di Fs, Battisti, nominato su indicazione del M5S il 30 luglio, si sta muovendo su un terreno estremamente scivoloso, viste le difficili condizioni di Alitalia in un mercato molto penetrato dalle low cost e in cui quasi tutti i vettori fanno profitti a palate. Battisti si mantiene in stretto raccordo con il governo, avendo come riferimento sia il loquace responsabile del Mise Di Maio sia il più riservato ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che è l’azionista unico di Fs. Le Fs hanno il supporto dell’advisor Mediobanca e dei consulenti “industriali” di Boston Consulting Group. Questo advisor aveva già partecipato alla redazione di alcuni degli ultimi piani industriali falliti di Alitalia dopo la privatizzazione.
Nelle riunioni di questi giorni Battisti ha sottolineato che con l’operazione Alitalia il “focus” delle Fs rimarrà il trasporto ferroviario. In particolare il manager dice che non verrà meno l’impegno nel potenziamento del trasporto regionale, bisognoso soprattutto di miglioramento della qualità. L’altro settore prioritario di impegno è l’alta velocità.
Futuro incerto
Alitalia per le Fs rappresenta dunque un settore complementare. Malgrado l’offerta vada avanti, il futuro di Alitalia, un gruppo da 3 miliardi di euro di ricavi e con 12mila dipendenti, rimane molto incerto.
Non è stato risolutivo l’incontro di lunedì al ministero del Lavoro tra Alitalia e i sindacati per il rinnovo della cbada integrazione straordinaria, che termina domani. L’azienda ha proposto la proroga della cigs fino al 23 marzo 2019 per 1.570 dipendenti con la disponibilità a ridurli di circa 90 unità. Per i sindacati questa proposta rimane insufficiente. La riunione finale al Ministero del lavoro è fissata per domani alle 10.
«In badenza di un chiaro segnale del Governo sul futuro di Alitalia, non è semplice arrivare ad un accordo sugli ammortizzatori sociali che riguarda quasi 1.600 lavoratori», ha detto il coordinatore nazionale del trasporto aereo della Filt Cgil Fabrizio Cuscito.
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