Il ministro giapponese della cyber security: «Mai usato un computer in vita mia»



[ad_1]

Non ha mai aperto un computer in vita sua e sul concetto di chiavetta Usb apparso disorientato. Fa sorridere (e discutere) l’ammissione del ministro giapponese Yoshitaka Sakurada, 68, responsabile per la cyber security nipponica e responsabile per i giochi olimpici che Tokyo ospiter nel 2020. Da quando ho 25 anni dispongo di badistenti e segretarie, dunque non ho bisogno di usare io stesso il computer, ha dichiarato il ministro rispondendo in Aula a una critica dell’opposizione. A un secondo quesito sull’utilizzo delle chiavette Usb negli impianti nucleari l’badogico ministro poi apparso parecchio confuso.

Le risposte (e le mancate risposte) hanno suscitato non poco sdegno nei banchi dell’opposizione. incredibile che un ministro responsabile della cyber security non abbia mai toccato un computer in vita sua, ha chiosato l’esponente Masato Imai. Inevitabili anche gli attacchi su Twitter. Ma non si vergogna?, si chiesto un utente. Oggi giorno anche i presidenti e i politici usano i computer. Ma c’ anche chi, ironicamente, ha tentato di salvare l’badogico ministro. Se gli hacker dovessero attaccarlo non potrebbero rubargli niente. La sua la miglior strategia di cyber security, si legge sempre in rete.

Anche sul fronte delle Olimpiadi non andata meglio. Dopo essere diventato responsabile dei giochi che saranno ospitati nella capitale giapponese tra due anni, Sakurada, sempre sottoposto a una serie di domande da parte dell’opposizione, ha lasciato intendere di non essere a conoscenza dei piani del ministro nord coreano di aver intenzione di partecipare ad un meeting a Tokio, in barba al divieto imposto dal regime di Kim Jong Un sui viaggi in Giappone dei suoi esponenti. E ancora, il ministro sembrato essere anche all’oscuro del fatto che il presidente del Comitato olimpico Thomas Breach abbia chiesto in marzo al presidente nordcoreano Kim Jong Un di consentire ai suoi atleti di prendere parte ai giochi.

Un disastro, insomma. Il ministro si difeso dicendo di non essere stato adeguatamente preparato all’interrogazione (parlamentare) Non mi avevano detto prima le domande, avrebbe detto. Ma la bocciatura finale arrivata sull’ultimo quesito. Alla domanda sull’ammontare dei fonti governativi per le Olimpiadi lui ha risposto: 1.500 yen. Una cifra pari a 13 dollari. Decisamente al di sotto dei 150 miliardi di yen che il governo giapponese ha effettivamente stanziato.

15 novembre 2018 (modifica il 15 novembre 2018 | 11:22)

© RIPRODUZIONE RISERVATA



[ad_2]
Source link