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Città del Vaticano – La religione potrebbe diventare uno strumento di dominio e di giogo per schiacciare i più inermi, le popolazioni più povere. Il Papa ne parla all’Angelus ma senza specificare che tipo di religione possa arrivare a tanto. Non fa menzione se si tratti dell’Islam oppure dell’induismo o di qualsiasi altro credo. Il suo discorso resta generico.
«L’oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose» e’ stata dal centro della catechesi che ha preceduto l’Angelus, dedicata alle «figure contrapposte» dello scriba, che «rappresenta le persone importanti, ricche e influenti», e di «una povera vedova, la cui posizione sociale era irrilevante perche’ priva di un marito che potesse difendere i suoi diritti, e che percio’ diventava facile preda di qualche creditore senza scrupoli». E proprio a coloro che «ostentano la propria posizione sociale, si fregiano del titolo di rabbi’, cioe’ maestro, amano essere riveriti e occupare i primi posti» con «una ostentazione che e’ soprattutto di natura religiosa, perche’ pregano a lungo per farsi vedere e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge» si indirizzano le critiche di Gesu’ ed oggi quelle del Papa che condanna «questo atteggiamento di superiorita’ e di vanita’ che porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa, come le vedove».
Poi ha aggiunto: «Gesù smaschera questo meccanismo perverso: denuncia l’oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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