Incontro Trump-Putin tra un mese a Parigi Ma il trattato è in bilico



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MOSCA – Prove di dialogo tra Russia e Stati Uniti e soprattutto la conferma che l’11 novembre Vladimir Putin e Donald Trump si vedranno a Parigi per un incontro formale. Notizia uscita dal colloquio moscovita tra il presidente russo e il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense John Bolton e poi confermata dagli apparati: in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, i due leader si ritroveranno in Francia. E parecchi dei responsabili della sicurezza Usa gi si preoccupano per quanto il loro presidente potr dire e fare. ancora vivo il ricordo dell’ultimo faccia a faccia di luglio ad Helsinki nel quale Trump si disse d’accordo con Putin e in disaccordo con i propri servizi segreti.

Questa volta sul tavolo non ci sar solamente la questione delle interferenze russe nelle elezioni americane, ripetuta ieri anche da Bolton nel colloquio al Cremlino, ma il delicato problema dei missili a gittata intermedia. Il capo della Casa Bianca, che ha appena annunciato di voler uscire dall’intesa perch Mosca non la rispetterebbe da anni, cambier fronte all’ultimo momento? Prender per buone le affermazioni di Vladimir Vladimirovich secondo il quale i missili che i suoi militari hanno schierato dopo aver sperimentato hanno una gittata inferiore ai 500 chilometri (quindi consentita)?

I presidenti americani, almeno i repubblicani da Bush Jr in poi, sembrano avere la tendenza a dare ampio credito all’ex uomo del Kgb che siede al Cremlino. George W. guard Putin negli occhi in occasione del loro primo incontro a Lubiana nel 2001 e disse di avergli letto nell’anima. Trump si attiene a volte al copione scritto dai suoi e accusa Mosca delle peggiori nefandezze, dalle interferenze politiche alle violazioni dei diritti umani, alla non applicazione dei trattati. Ma poi, a quattr’occhi, trova Putin convincente e saggio.

In ogni caso, per ora la questione dell’uscita americana dal trattato sui missili intermedi (Inf) praticamente congelata. C’ stata la dichiarazione di intenti di Trump, ma poi gli Usa non hanno effettivamente avviato la procedura prevista dall’accordo stesso.

Bolton ha ricordato ieri come il suo paese sia certo che la Russia stia violando il patto da cinque anni. Secondo quanto firmarono Gorbaciov e Reagan nel 1987, l’intera categoria dei missili con base terrestre (quelli sui sottomarini sono esclusi) stata cancellata. Gli Usa hanno distrutto 846 missili capaci di raggiungere obiettivi distanti fra i 500 e i 5500 km e l’Urss ne ha distrutti 1.846. Ma Mosca avrebbe sviluppato una variante dell’Iskander (con gettata inferiore ai 500 km) che invece sarebbe in grado di colpire tutt’Europa dalle basi vicino Volgograd e nella Russia centrale. Il Cremlino ha sempre negato e continua a negare. In pi attacca a sua volta la Casa Bianca: in Polonia e Romania ci sono strutture Usa in grado di lanciare i missili da crociera Tomahawk (vietati pure loro). Mosca parla anche di sistemi anti-missile in via di schieramento in Giappone.

E uno dei problemi del trattato Inf proprio l’Estremo Oriente, dove quasi la met dell’arsenale nucleare cinese costituito da missili intermedi. Pechino non firmataria del trattato e quindi ha le mani libere.

Naturalmente i pi preoccupati di quanto accade sono gli europei, o almeno alcuni di loro, dalla Germania alla Francia. Di diverso avviso i Paesi di frontiera. I polacchi capiscono l’annuncio di Trump. I baltici vanno oltre: il ministro della Difesa estone Jri Luik ha detto al Corriere: Le violazioni russe sono state numerose e gi Obama le aveva sottolineate. I russi si sono sparati su un piede da soli. Luik ha poi aggiunto che c’ comunque la possibilit di firmare un altro trattato. Ed effettivamente questa sarebbe anche l’intenzione di Washington, per coinvolgere pure Pechino. Ma Mosca, per ora, non sembra accettare l’idea.

23 ottobre 2018 (modifica il 23 ottobre 2018 | 22:12)

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