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Mentre il procuratore Mueller è pronto a fare nuove rivelazioni sugli indagati del Russiagate, la tensione si alza anche nell’East Wing, l’area della Casa Bianca che ospita lo staff della First Lady.
Finora defilata rispetto alle scelte politiche del marito, Melania Trump è entrata a gamba tesa nelle vicende dell’amministrazione, e con una presa di posizione inusuale ha chiesto la rimozione di Mira Ricardel, la vice del consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. «Non merita più l’onore di servire in questa Casa Bianca», le parole roventi affidate alla portavoce, Stephanie Grishham.
La rottura tra le due signore sarebbe avvenuta durante il viaggio di Melania in Africa, per questioni organizzative ma non solo, sostiene la stampa americana, che avrebbero scatenato discussioni anche tra Ricardel e John Kelly, il chief of staff della Casa Bianca, anche lui in procinto di essere rimosso da Trump. Ma perché tanto astio per Ricardel?
I reporter di Washington parlano di disaccordi sui soldi spesi e sulle decisioni organizzative del viaggio africano, ma è difficile credere che il Presidente – e Bolton, che l’ha sempre difesa – la dimissionino “soltanto” per un litigio, lei che, americano-croata, vanta una lunga storia al dipartimento della Difesa e alla Sicurezza nazionale già dai tempi di George W. Bush. Lei che, soprattutto, faceva parte del transition team di Trump, la squadra degli eletti e fidati che ha scortato l’immobiliarista di New York sul gradino più alto del potere americano.
C’è un particolare però che i media americani avevano raccontato nei mesi scorsi e che potrebbe spiegare anche il malumore di molti funzionari della sicurezza nazionale: Ricardel aveva litigato con quasi tutti i membri dello staff di Bolton e avrebbe cercato di cacciare il capo del Pentagono, Jim Mattis.
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Mario Calabresi
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