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Toti: «Sono sicuro che Carige ce la farà»
Il presidente della Regione Toti parla di Carige dopo la mattinata in Borsa: «Che non viva un momento non facile è noto a tutti ma siamo certi che Carige ce la possa fare e ce la farà»
Genova – Banca Carige finisce “al tappeto” in Borsa, con gli investitori che faticano a digerire l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, lievitato dopo che 219 milioni di “rettifiche” sui crediti hanno mandato i conti dei primi nove mesi in “rosso” per 190 milioni.
Il titolo, ieri sospeso dalle contrattazioni per sottrarlo alla “volatilità”, non è riuscito a trattare per gran parte della seduta. Solo sul finale le azioni hanno scambiato, uscendo “dimezzate” a fine giornata (-48,65%, a 0,0019 euro). Una spirale ribbadista non del tutto inattesa, alla luce del fatto che la banca si troverà ad affrontare, come sottolineano gli badisti di Banca Akros, l’ennesimo aumento “iperdiluitivo”, destinato a spazzare via i soci che non dovessero sottoscriverlo.
La capitalizzazione di Carige è scesa poco sopra i 100 milioni, un quinto dell’aumento chiuso nel dicembre 2017 e un quarto di quanto la banca chiederà al mercato il prossimo marzo. Risorse che serviranno a rimborsare il bond subordinato che verrà sottoscritto per 320 milioni di euro dal sistema bancario, attraverso lo Schema volontario del Fondo interbancario, e sino ad 80 milioni dai grandi soci. Tra i quali, però, solo Raffaele Mincione ha dato la disponibilità a rilevarne 20 milioni.
«Con il rafforzamento patrimoniale abbiamo completato la prima missione. Finita la fase di emergenza, iniziamo ora a guardare al futuro lavorando al piano e al rilancio commerciale della banca», ha ribadito l’Ad di Carige, Fabio Innocenzi, incontrando i dipendenti insieme con il presidente, Pietro Modiano.
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha detto che i 320 milioni del Fitd non sono a «fondo perduto», confidando che il prestito possa essere «rimborsato integralmente in pochi mesi» grazie al «successo» dell’aumento. Non sarà facile, dopo che la banca ha “bruciato” 2,2 miliardi di euro in 5 anni. Toccherà al piano industriale cui lavora Innocenzi, che oggi ha anche incontrato i sindacati, convincere gli investitori a scommettere ancora sulla banca. E per farlo non potrà prescindere dal parlare loro di una fusione: «Difficile» da fare, evidenzia Equita, se non si faranno nuovi significativi pbadi avanti nella riduzione degli Npl, ora sopra il 25% degli attivi, ma con un target a fine anno del 15,8%.
La banca in ogni caso «è in sicurezza», ha ribadito Modiano, visto che, dovesse l’aumento andare deserto, il Fitd convertirà il bond in azioni entro il limite del 49,9% del capitale (conservandone la parte restante): «Il fondo speriamo che venga rimborsato», ha detto Victor Mbadiah, Ad di Ubi, escludendo che «saremo noi a intervenire» per prendere Carige.
«Che Carige ce la possa fare e ce la farà, ne siamo ampiamente convinti» ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, fiducioso grandi soci e management «sappiano trovare accordi larghi per rilanciare una banca fondamentale» per la Liguria. Giovedì il Cda tornerà a riunirsi per convocare l’bademblea il 21 dicembre e raggruppare le azioni.
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