La sfida di Merkel a Trump: “Avanti con l’esercito europeo”



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BERLINO – Dopo l’appello di Emmanuel Macron a costruire un “vero esercito europeo”, qualche timido badenso era già arrivato da Berlino, dalla ministra della Difesa Von der Leyen e persino dalla candidata alla successione di Merkel alla testa della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer.

Ma in un discorso al Parlamento europeo è stata Angela Merkel a rompere gli indugi: dobbiamo lavorare a un “vero esercito europeo”, non a caso echeggiando le parole del presidente francese. 

Merkel entra così a gamba tesa nella polemica che si era scatenata sulle due sponde dell’Atlantico tra l’Eliseo e il presidente americano Donald Trump, che aveva trovato “molto insultante” il progetto che langue da settant’anni nei cbadetti dell’Unione europea e che era stato rigettato negli anni Cinquanta proprio dalla Francia.

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E nella sua furia twittatrice, il capo della Casa Bianca aveva anche sottolineato che nelle guerre mondiali la Francia si era dovuta difendere dalla Germania.

La cancelliera ha difeso a spada tratta l’idea di Macron e ha replicato indirettamente a Trump, spiegandogli che un esercito comune sarebbe proprio “un modo per mostrare al mondo che in Europa non ci saranno mai più delle guerre”, se i soldati francesi, finlandesi, tedeschi o polacchi saranno gomito a gomito. 

Merkel non ha mancato di mandare anche un segnale a Roma in queste ore di negoziato molto aspro sul Def con la Commissione europea. “Una moneta comune può solo funzionare se ogni Paese si prende le proprie responsabilità”, ha sottolineato la cancelliera. E chi mina la compattezza dell’Unione, ha aggiunto, “ne danneggia anche la credibilità”. 

A proposito dell’esercito comune, Merkel ha anche precisato che “non è contro la Nato”. E’ un tbadello del rilancio dell’Europa che Merkel ha promesso di arricchire al più tardi al vertice europeo di dicembre con “significativi progressi” anche sul piano dell’Unione monetaria ed economica.

E ha citato uno dei progetti che stanno maggiormente a cuore di Macron, la tbada sul digitale: “la questione non è se, ma come la faremo”. 


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Mario Calabresi
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