La votazione – Decreto Genova, è arrivata l’approvazione del Senato: ora è legge | italia



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da YouTube, la diretta della seduta in Senato

Genova – A 3 mesi e un giorno dal crollo di ponte Morandi
, è legge il “decreto su Genova e altre emergenze”: alle 10.50, il il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni; il provvedimento era pbadato alla Camera l’1 novembre, dopo una seduta notturna.

La votazione finale, inizialmente in programma dopo le 12, è avvenuta un po’ “a sorpresa”, tanto che alcuni senatori erano fuori dall’aula. Fra loro, anche il “dissidente” Gregorio De Falco (M5S): «Hanno votato? – ha chiesto a chi gli chiedeva un commento – Ma la seduta non era sospesa?».

Ieri, le polemiche non hanno frenato l’iter, e tutti gli emendamenti sono stati respinti
, anche quelli contro il condono a Ischia. Il Pd però era tornato all’attacco: «I fondi per il porto non bastano». E la Cgil ha spiegato come il crollo del viadotto abbia messo a rischio il turismo e la ripresa economica
, che a Genova e in Liguria stava finalmente muovendo i primi pbadi.

Il “caso” del telefonino del ministro Toninelli
Successivamente, Biasotti ha polemizzato con il ministro dei Trasporti in un clima di bagarre in aula: «Sono qui, mi segue? Sta giocando con il cellulare?», ha detto rivolto ai banchi del governo. Sulla questione è intervenuta anche la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha “richiamato” Toninelli: «Ministro, la pregherei di ascoltare gli interventi. Mi dicono che sta sempre al telefono (foto)
, ma non posso vedere cosa sta facendo…»; di fronte alle continue proteste, e ai cori «fuori, fuori!», la Casellati ha quindi minacciato di sospendere la seduta perché «sembra di essere in un asilo infantile».

Il ministro “beccato” col telefonino durante la discussione (foto da Twitter)


Successivamente, a votazione conclusa, la presidente Casellati ha aggiunto che «quei 43 morti pesano sulla coscienza di tutti: francamente avrei desiderato un’aula diversa», raccogliendo molti applausi.

Le intenzioni di voto al Senato


Questa mattina, come da programma poco dopo le 9.30, erano iniziate nell’aula del Senato le dichiarazioni di voto sul provvedimento (già approvato alla Camera lo scorso 1 novembre).

Forza Italia: astensione, come alla Camera
Dopo il lungo intervento di Renzi, il senatore Sandro Biasotti (Forza Italia, governatore della Liguria dal 2000 al 2005), ha ricordato che «alla Camera ci siamo astenuti» e detto che «faremo la stessa cosa qua, per amore della città. Ma non possiamo non rimarcare tutti gli sbagli, impreparazioni e bugie di questo decreto»; ancora: «Meritavamo una legge solo per Genova, con tutto il rispetto per gli amici di Ischia e del terremoto dell’Aquila. Se fosse stata così, ve l’avremmo approvata tutti».

Il Pd: votiamo “no”
Dal Partito Democratico, il senatore (ed ex segretario e primo ministro) Matteo Renzi ha detto che «votiamo “no” a questo decreto per scelta delle opposizioni: di fronte alle tragedia, o si chiede alle opposizioni un “patto”, o si fa in modo che l’opposizione sia l’alibi per coprire le proprie incapacità». Ancora: «Nelle ore successive alla tragedia avete gettato fango sulle opposizioni, dicendo il falso. Di Maio sappia che non abbiamo approvato la concessione ad Autostrade, quello l’ha fatto il giovane deputato Salvini. Poi è falso che il Pd abbia preso soldi da Autostrade, che invece ha finanziato la Lega Nord per l’indipendenza della Padania».

Fratelli d’Italia: votiamo “sì”, ma il decreto è deludente
il senatore Mbadimo Ruspandini (FdI) ha annunciato il “sì” del partito al decreto: «I patrioti ci sono, e il nostro è un voto favorevole», anche se «il decreto è molto deludente per la tempistica» perché «arriva dopo 45 giorni (in realtà oltre 90, contando dal crollo del ponte Morandi, ndr)» ed è «molto deludente per come si è articolato e composto». Poi Ruspandini ha denunciato la «polpetta avvelenata» dell’articolo sul condono di Ischia e «la preoccupante modifica sulla normativa dei fanghi, per cui si rischia di trasformare i nostri campi in discariche a cielo aperto»; rivolgendosi alla maggioranza, ha chiesto «che fine ha fatto la revoca delle concessioni ad Autostrade? Perché non si parla di questo dopo tanti proclami? L’avete tolta oppure no, la concessione?».



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