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“Pensavo di arrivare in spiaggia e fare come Baywatch, invece appena ho visto terra quasi stavo soffocando, ho cominciato a piangere e mi sono dovuto mettere gli occhialini”, ha dichiarato Edgley, col volto visibilmente provato, ai presenti che lo hanno aspettato e accolto come un eroe domenica pomeriggio sulla spiaggia accanto al porto di Margate, nel Kent, sulla punta sud-est della Gran Bretagna. “Invece adesso sono grbado e mi devo tagliare i capelli”, ha poi scherzato, dopo aver nuotato per una distanza simile a quella tra Mosca e Londra. Nell’ultimo tragitto è stato accompagnato da trecento suoi ammiratori. Arrivato sulla terraferma per la prima volta dopo sei mesi, si è concesso una pizza.
Ma come ha potuto compiere un’impresa simile Edgley? Laureato alla Loughborough University, ha nuotato per 12 ore al giorno, accompagnato da tre amici su un catamarano, dove andava a mangiare e dormire ma sotto regole molto rigide, anche sulla cura delle ferite, pena la revoca del record. Per ventitré settimane ha consumato tra le 10mila e le 15mila calorie al giorno, divorando, oltre alle citate banane, pasta, pizza e pudding (di qui l’aumento di peso). Non è la prima volta che Edgley compie imprese estreme: ha già corso una maratona trascinandosi una Mini legata a lui con una fune, nuotato nei Caraibi per 100 chilometri con un fardello di 50 chili in sole 32 ore. “Ma questa è stata la sfida più impegnativa”, badicura lui, “sia dal punto di vista fisico che mentale”.
In realtà Edgley era già entrato nel Guinness dei primati per aver nuotato per 74 giorni consecutivi durante una gara di nuoto, ma ovviamente doveva completare tutta l’impresa, durante la quale ha rischiato più volte il peggio. Per esempio, nel bel mezzo del Golfo di Corryvreckan, in Scozia, un punto pieno di vortici, correnti e insidie, dove una volta persino George Orwell rischiò di morire durante un giro in barca e la stesura del capolavoro 1984, una medusa gigante si è attaccata alla faccia di Edgley per mezz’ora, ma lui non ha potuto far nulla mentre lei gli lacerava il viso: “Ero appena entrato in un vortice e non potevo fermarmi, né togliermela di dosso”.
Ma il mare non è solo cattiveria. Edgley ha raccontato infatti come a un certo punto, mentre si trovava nel golfo di Bristol, una balenottera femmina gli si è avvicinato e lo ha accompagnato per quasi dieci chilometri. “Secondo me mi ha scambiato per una foca ferita, per questo è rimasta così a lungo con me. Poi però a un certo punto è andata via: “Spero che mi scriva un giorno”, ha scherzato Edgley tra le risate dei presenti.
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Mario Calabresi
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