L’iter delle norme per l’emergenza – Decreto Genova, la discussione in Senato | italia



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La diretta dall’aula del Senato

Roma – L’Aula del Senato ha iniziato questa mattina la discussione generale del decreto Genova e altre emergenze. La seduta, sospesa fino alle 16, è ripresa. Conclusa la discussione generale, è iniziata la presentazione a cui seguirà il voto degli emendamenti.

Prima della pausa, gli ultimi interventi in Aula sono stati quelli dei due rappresentanti del governo, i sottosegretari alle Infrastrutture Edoardo Rixi e alla presidenza del Consiglio Vito Crimi, che hanno replicato agli interventi precedenti.

La seduta di oggi segue l’approvazione del testo, ieri, da parte delle commissioni congiunte Lavori pubblici e Ambiente di Palazzo Madama.

In serata, la maggioranza era stata battuta su un emendamento al condono a Ischia, contenuto nell’articolo 25 e presentato da Forza Italia. A votarlo, anche il senatore del M5s Gregorio De Falco mentre la collega di partito Paola Nugnes si era astenuta.

Oltre 400 emendamenti presentati al Senato finora bocciati

Sono oltre 400 gli emendamenti presentati al decreto Genova che si stanno votando al Senato, e quasi tutti ripresentati dalle opposizioni. I più numerosi sono del Pd (in tutto 302) e di Forza Italia, 102. Finora sono stati tutti bocciati.

Il ministro Fraccaro: «Avanti compatti, il decreto pbaderà domani entro le 12»

Il decreto Genova «sarà approvato entro domani a mezzogiorno». Lo dice il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, parlando con i cronisti alla Camera. «Quello che è successo ieri lo sapete: un senatore del M5s ha votato diversamente dalla maggioranza e una senatrice non ha votato. Siamo andati sotto, ma non è un problema per il provvedimento perché voteremo compatti con una maggioranza solida in Aula. Il provvedimento sarà approvato, sarebbe stato complicato spiegarlo ai genovesi se fosse decaduto. Siamo contenti, stiamo parlando di quasi un miliardo di euro per la Liguria, siamo soddisfatti del lavoro fatto. Il provvedimento sarà approvato entro domani a mezzogiorno», conclude.

Rixi: «Senza l’ok del Senato è impossibile far partire la ricostruzione»

«La ricostruzione non partirà domani, è partita ieri» ma «senza il via libera di questa Camera è impossibile per qualsiasi commissario straordinario, che non è ancora nella funzionalità dei suoi poteri, fare qualsiasi tipo di intervento per la demolizione e la ricostruzione a Genova». L’ha sottolineato il viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Edoardo Rixi intervenendo in Aula, al Senato, nella discussione generale sul decreto Genova e altre emergenze. Il sottosegretario della Lega ha quindi ha fatto appello al «senso di responsabilità dei senatori in vista di un’operazione di concretezza e rapidità», aggiungendo: «Mi auguro che il decreto possa uscire con il più grande consenso» perché «questo è lo scopo di questo decreto: dare uno degli strumenti necessari al commissario per far ripartire rapidamente un pezzo importante dell’economia del Paese».

Renzi: « Farò dichiarazioni di voto e sarò duro»

«Sul decreto Genova intervengo io, oggi o credo domani. Intervengo e sarò duretto..». Così l’ex premier Matteo Renzi annuncia che sarà lui, a nome dei senatori del Pd, a fare la dichiarazione di voto in Aula, al Senato, contro il decreto Genova e altre emergenze, di cui è in corso la discussione generale a Palazzo Madama. L’esame del provvedimento dovrebbe andare avanti fino a sera, rinviando a domani le dichiarazioni di voto e il voto finale.

Uno dei relatori (M5S): «Per Ischia non c’è condono edilizio»

«Non è un condono edilizio perché non esiste un’apertura nuova di termini per la presentazione di nuove domande, nessuno che non aveva diritto ieri, potrà averne diritto oggi». A ribadirlo è uno dei relatori del decreto Genova e altre emergenze Stefano Patuanelli, che è anche capogruppo del Movimento 5 Stelle, illustrando il provvedimento in Aula al Senato, per l’avvio della discussione generale, e in particolare citando l’articolo 25 sulla gestione delle pratiche di condono pendenti a Ischia. Patuanelli l’ha definito «il famigerato articolo 25».

Furlan (Cisl): «Basta con i ritardi»

«Tre mesi fa il crollo del ponte Morandi: 43 vite spezzate. Genova ferita al cuore. Poi tante promesse. Quando sarà approvato il decreto in via definitiva per consentire al commissario di avviare i lavori? La Cisl dice basta con questi ritardi». Lo scrive su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ricordando la tragedia di Genova a tre mesi esatti dal crollo dello scorso 14 agosto.

Fattori (M5S): «Grazie a De Falco e Nugnes, hanno seguito la loro coerenza»

«Un sentito GRAZIE ai colleghi De Falco e Nugnes che hanno seguito la loro coerenza, hanno pensato prima al bene dei cittadini e dell’ambiente che agli ordini di scuderia», è quanto scrive su Facebook la senatrice M5s Elena Fattori a proposito del voto di ieri dei suoi colleghi in commissione sul decreto per Genova. «Grazie – aggiunge – anche per il coraggio di una scelta non semplice in un clima di terrorismo psicologico lontano da ogni forma di democrazia e condivisione. A riveder le stelle».

Sibilia (M5S): «A casa chi pensa ai suoi interessi»

Su Facebook anche il commento del sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia (M5S): «Chi ha deciso di anteporre i propri interessi a quelli del Paese dovrebbe tornarsene a casa. Lo squallore della politica del pbadato era sentire promesse che non venivano mantenute perché qualcuno pensava prima ai propri interessi economici, mediatici, ideologici, privati anteponendoli a quelli del Paese. Siamo stati eletti per dare risposte a questo. Ai genovesi, alle vittime di terremoto, alluvioni e altre emergenze. Per essere compatti e portare a casa il risultato».


Maggioranza battuta in Commissione sull’emendamento Ischia

La maggioranza va sotto al Senato sul contestatissimo articolo 25
del decreto Genova che disciplina le procedure di condono sull’isola di Ischia. Ventitré voti favorevoli contro 22 e un’astensione pesante com’è quella della senatrice del MoVimento 5 Stelle Paola Nugnes: sono questi numeri che hanno fatto la differenza su un emendamento all’articolo presentato da Forza Italia. Il provvedimento è in discussione nelle Commissioni congiunte Lavori pubblici e Ambiente del Senato e stamattina approda nell’Aula di Palazzo Madama per il voto finale. E in quella sede, badicura il capogruppo M5S Stefano Patuanelli che parla di «tradimento», verrà corretta «questa spiacevole stortura».

Il decreto che dedica all’emergenza Genova 16 articoli dei 46 complessivi e per il resto prova a dare risposte alle emergenze del centro Italia e di Ischia colpiti da due diversi terremoti, è stato approvato alla Camera il 1 novembre. Ora è alla prova del Senato e proprio sul condono la tenuta della maggioranza, e in particolare del M5S, ha vacillato. Facendo andare i vertici del Movimento su tutte le furie, mentre l’opposizione con il Pd in testa esulta e difende l’operato degli ortodossi” che hanno detto no «alla schifezza del condono» come osservano Martina, Renzi e Marcucci.

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L’emendamento della discordia, presentato da Urania Papatheu (FI), sostanzialmente chiede che le istanze di condono pendenti a Ischia sugli immobili colpiti dal sisma vengano disciplinate in base alla legge sul condono del 1985 solo se si tratta di procedure relative a quell’anno. Per tutte le pratiche successive, la maggioranza, si applicheranno le leggi sui condoni del ’94 e del 2003 ossia leggi molto più stringenti sulla possibilità di sanare abusi edilizi, prevedendo ad esempio i limiti dei vincoli paesaggistici. A questo, va aggiunto il fatto che nel 1999 è stato dichiarato il vincolo paesaggistico su tutta l’isola. La normativa dell’85, quella del governo Craxi, quindi non si esclude ma ne viene ampiamente limitata l’applicazione. Soddisfatta FI. Maria Stella Gelmini parla di «schiaffo alla maggioranza».

Mentre Paolo Mallegni spiega: «Non siamo badolutamente contro il condono ma volevamo organizzarlo meglio e ci siamo riusciti». Decisivo per l’ok all’emendamento è stato il voto favorevole del senatore 5 Stelle Gabriele De Falco oltre all’astensione della collega di partito Paola Nugnes per i quali ora si profila una resa dei conti nel Movimento. Nella Lega intanto non si nasconde l’irritazione e ci si chiede se Di Maio sia ancora capace di gestire i “suoi”.



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