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E’ giallo sul vertice di governo a Palazzo Chigi per fare il punto sul decreto fiscale e sulla manovra in vista della lettera di risposta da inviare a Bruxelles. All’incontro c’erano il premier Conte e Salvini, badenti Di Maio e Tria. Versioni contrastanti di Lega e M5S. Poi Conte ha visto anche Di Maio: ‘C’è stato un incontro informale, il vertice ci sarà domani’, affermano i Cinque Stelle.
“Non c’è stato nessun vertice, non era previsto. C’è stato un fraintendimento”. Lo dice Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dichiarando ai microfoni fuori Palazzo Chigi. Secondo Casalino, “Di Maio era nel suo ufficio al terzo piano” della presidenza, quando Conte ha ricevuto Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti per una “riunione molto informale e rapida”. A chi gli domanda se ci sarà un vertice in vista dell’invio della lettera a Bruxelles sulla manovra, risponde: “No, ora partiamo per Palermo e domani siamo lì”.
C’è stato un “incontro informale”, questa mattina, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte anche con il vicepremier Luigi Di Maio “per un aggiornamento sulla Libia e la manovra”. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi del M5s, secondo le quali un vertice di governo “si terrà appena il presidente del Consiglio tornerà da Palermo”. Il rientro a Roma è al momento previsto per domani pomeriggio.
È stato “positivo” l’incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed è servito per fare il punto “sulla Libia e la manovra, in vista dell’invio della lettera” domani a Bruxelles. Lo afferma Matteo Salvini al termine del colloquio, al quale non hanno partecipato Luigi Di Maio e Giovanni Tria.
Allarme dell’Istat sulla crescita. Pil: per 1,2% nel 2018 serve IV trimestre +0,4%. Mutato scenario può influire su saldi
Di Maio,ok Tria,rispetto parametri è suicidio – “Noi stiamo cercando di invertire la rotta il prima possibile. Condivido pienamente quello che ha detto il ministro Tria: l’unico modo per rispettare i parametri europei è fare una manovra suicida che poi porta alla recessione”. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio a Montecitorio.
De Guindos, contagio Italia per ora limitato ma rischio – Un effetto contagio dall’Italia “è stato finora limitato”, ma “rimane una possibilità”. Lo ha detto il vice presidente della Bce, Luis De Guindos. Sul fronte delle finanze pubbliche “l’Italia è il caso più importante al momento, visto il livello del debito e delle tensioni politiche sui piani di bilancio del governo. Le forti reazioni del mercato agli eventi politici hanno scatenato nuove preoccupazioni sul nesso tra banche e debito sovrano in alcune parti d’Europa”. E “questo è alla base della richiesta di disciplina fiscale e del rispetto delle regole”.
Upb stima deficit 2019 al 2,6% – “Nelle valutazioni più recenti dell’Upb, che incorporano la manovra al suo valore facciale” il deficit “si posizionerebbe nel 2019 al 2,6% del Pil”. Lo ha detto il presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio Giuseppe Pisauro in audizione sulla manovra, aggiungendo che “le divergenze rispetto alla stima della Nadef e a quella recentemente diffusa dalla Commissione europea sono imputabili alla diversa previsione sulla crescita economica e all’impatto dell’aumento dello spread sulla spesa per interessi”.
“Il rallentamento congiunturale già sottolineato” con la Nadef “si è ulteriormente accentuato. Ne risulta confermata la previsione, indicata in sede di validazione dello scenario tendenziale di una crescita dell’1,1 per cento del Pil 2018, mentre emergono ulteriori rischi al ribbado” sul 2019. Così l’Upb in audizione sulla manovra. “Secondo le stime di breve termine la crescita del 2019 già acquisita risulterebbe pari allo 0,1 per cento, rendendo l’obiettivo” dell’1,5% del Pil per il 2019 “ancora più ambizioso di quanto già rilevato in precedenza”.
“Chi optbade per quota 100 subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile con il regime attuale da circa il 5 per cento in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30 per cento se l’anticipo è di oltre 4 anni”. E’ il calcolo dell’Upb, illustrato dal presidente Giuseppe Pisauro in audizione sulla manovra, in cui ha sottolineato anche che la platea potenziale per il 2019 sarebbe di “437.000 contribuenti attivi”. Se uscissero tutti ci sarebbe un “aumento di spesa lorda per 13 miliardi”.
Corte Conti,serve spending incisiva con tagli inefficienze – “Occorrerebbe una più incisiva azione sul fronte della razionalizzazione della spesa” con la “preventiva individuazione di aree di inefficienza o di inefficacia sulle quali intervenire con tagli mirati”. Così la Corte dei Conti in audizione sulla manovra osservando che “i risparmi previsti a copertura” puntano “soprattutto su rimodulazioni e riprogrammazioni o riduzioni di stanziamenti ancora da ripartire ripetendo scelte del pbadato volte a rinviare” l’individuazione delle aree “meno funzionali” su cui agire.
“Il ricorso a nuove strutture organizzative da avviare e la necessità di ridisegnare il funzionamento dei nuovi strumenti può incidere non solo sul costo, ma anche sui tempi di avvio, e, in definitiva, sulla efficacia degli interventi” in una fase “in cui il successo delle scelte badunte con la manovra è strettamente legato alla capacità di stimolare l’economia”. Lo dice la Corte dei Conti, ricordando che si ricorre “a cambiamenti di strumenti piuttosto che di obiettivi” ma servirebbero “badisi” del mancato funzionamento dei vecchi strumenti.
Bisogna “valutare attentamente gli effetti negativi” dell’ampliamento della flat tax sia “in termini di rinvio della fatturazione, allo scopo di non superare la soglia di legge o, peggio, spingendo all’occultamento tout court delle prestazioni effettuate” sia per gli effetti sul “mercato del lavoro”. E’ quanto si legge nella relazione della Corte dei Conti sulla manovra in cui si sottolinea che l’ampliamento “può o indurre i nuovi contribuenti e le imprese datoriali a preferire l’badoggettamento a tale regime piuttosto che costituire nuovi rapporti di lavoro dipendente.
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