Manovra, arriva la bocciatura Ue: “Impegni deliberatamente violati”. Tre settimane per presentare una nuova bozza



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La Commissione europea, come da attese, ha deciso di respingere il Documento programmatico di bilancio presentato il 15 ottobre dal governo italiano e di chiederne uno nuovo. Roma deve inviare a Bruxelles “quanto prima”, entro non più di tre settimane, una nuova versione del testo con saldi modificati: quello attuale “non rispetta né le raccomandazioni del Consiglio né gli impegni badunti dall’Italia stessa”, hanno sottolineato i commissari. E’ la prima volta che l’esecutivo comunitario opta per una bocciatura diretta, possibilità prevista dal 2012 dal Patto di stabilità e crescita. Subito dopo la notizia il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi – che dopo l’apertura si era attestato sui 305 punti base – si è allargato oltre i 310.

Salvini: “Attaccano un popolo”. M5s: “Nessuna nuova bozza, siamo su strada giusta” – “Non stanno attaccando un governo, ma un popolo”, è stata la reazione del ministro dell’interno Matteo Salvini, in visita a Bucarest. “Sono cose che fanno irritare ancora di più gli italiani e poi qualcuno si lamenta che l’Unione Europea è al minimo della popolarità”. “Noi andremo avanti, io non tolgo un euro per i giovani, per cancellare la Fornero, per i disabili”, aveva commentato il leader leghista prima ancora che la decisione fosse ufficiale. Fonti di governo M5S hanno fatto sapere all’AdnKronos che nessuna nuova bozza di Documento programmatico verrà inviata dal governo italiano: “Siamo sulla strada giusta e non arretriamo di un centimetro”.

“Impegni violati deliberatamente. Rivedremo decisione su procedura per debito eccessivo” – “Il governo italiano sta apertamente e deliberatamente andando contro gli impegni che aveva preso”, ha detto in conferenza stampa il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. A maggio scorso la Commissione aveva concluso di non aprire la procedura per debito eccessivo “soprattutto perché l’Italia era sostanzialmente in linea con le regole”, ma “i piani attuali sono un cambiamento materiale che potrebbe richiedere una rivalutazione” di tutto, ha spiegato. “La palla è ora nel campo del governo italiano, abbiamo tre settimane per un dialogo intenso”, ha aggiunto. “Le risposte ricevute ieri non sono state soddisfacenti. L’Europa si basa sulla cooperazione e sulla fiducia. Se viene erosa ne sono danneggiati tutti gli Stati membri e la valuta unica”. Poi ha ricordato che nel 2017 il debito italiano “ha rappresentato un peso medio di 37mila euro per abitante“, pari “al secondo debito più alto nell’Ue, uno dei più alti al mondo” nonché quello “con il più alto costo totale di rifinanziamento in Europa” che “deve essere pagato ogni anno dai contribuenti“. Al punto che “l’anno scorso l’Italia ha speso lo stesso ammontare per rifinanziare il debito di quanto ha dedicato all’educazione“. “Violare le regole può sembrare una tentazione, può dare l’illusione di sfuggirvi senza conseguenze” così come può tentare “curare il debito con più debito”, ma “a un certo punto il debito si avvicina al punto in cui diventa troppo pesante e si finisce per non avere più libertà del tutto”.

Moscovici: “Deviazione rivendicata. Le misure del governo hanno impatto sul popolo” – “Non è un caso borderline: la palla non tocca la linea, è lontana dalla linea. Siamo di fronte a una deviazione chiara, netta e in un certo modo rivendicata“, ha ricordato da parte sua il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. “La Commissione Ue non mette in discussione le priorità del Governo come la lotta alla povertà, sono priorità che possono avere senso, ma ci importa l’impatto che queste misure hanno sul popolo, e questo ci porta all’opinione di oggi”. Moscovici ha anche ricordato che “tra 2015 e 2018 la Commissione ha concesso 30 miliardi di euro di flessibilità all’Italia”.

Conte: “Nessun piano B ma il 2,4% è il tetto mbadimo” – Lunedì, nella llettera di risposta alle contestazioni di Dombrovskis e Moscovici, il ministro dell’economia Giovanni Tria aveva ribadito che la scelta di aumentare il deficit al 2,4% del pil e non ridurre il disavanzo strutturale del patto è stata una “necessità” alla luce del “persistente ritardo nel recuperare i livelli di pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”. Ma aveva anche aggiunto che “qualora i rapporti deficit/Pil e debito/Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato” il governo interverrà “adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rispettati”. Il premier Giuseppe Conte aveva confermato che c’è  “disponibilità a valutare un contenimento delle spese delle spese nel corso di attuazione della manovra”. Parole ribadite martedì in un’intervista a Bloomberg Tv in cui ha negato che esista un “piano B” e ha escluso modifiche alla sostanza della manovra, ma ha anche ribadito che “il deficit al 2,4% del Pil è il tetto” mbadimo.

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