Manovra, spread oltre 330 punti. Piazza Affari apre in calo



[ad_1]

Piazza Affari in rosso al suono della campanella e mercato secondario subito rovente per i titoli di Stato italiani all’indomani della lettera dell’Unione europea che ha fortemente criticato il documento programmatico di bilancio italiano “una manovra con una deviazione grave senza precedenti”. Un giudizio che prefigura una bocciatura da parte di Bruxelles se il governo Conte non recepirà i cambiamenti richiesti sui saldi e che potrebbe terminare con l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia (multa) per deficit eccessivo. 

BORSE CINESI: INTERVIENE LA BANCA CENTRALE DI PECHINO/ Intervento coordinato di tre delle principali istituzioni finanziarie della Cina per rbadicurare sulla tenuta del mercato azionario, oggetto di ricostruzioni allarmistiche delle pbadate sedute. A farsi avanti sono stati il governatore della Banca centrale, il capo dell’autorità di Vigilanza sulla Borsa e quello dell’autorità che vigila sulle banche. “Complessivamente le valutazioni dell’azionario sono a livelli storicamente bbadi – ha detto il banchiere centrale, Yi Gang – cosa che contrasta con i fondamentali stabili e in miglioramento della Cina”. L’azionario cinese ha perso circa il 30 per cento rispetto all’ultimo pico, risalente a gennaio, e questa dinamica ha creato crescenti preoccupazioni tra i policy maker. L’intervento congiunto è arrivato mentre l’ufficio nazionale di statistica riportava una crescita del terzo trimestre inferiore al previsto e ai minimi dal 2009, con un 6,5 per cento annuo. La prospettiva che alle parole seguano misure di sostegno concrete alla finanza hanno proiettato al rialzo le Borse della Cina. A tarda seduta Shanghai segna un più 2,44 per cento, Shenzhen più 2,42 per cento, Hong Kong si attesta al più 0,85 per cento.

Nei primissimi scambi lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi è salito a 332 punti, il top dal 2013. Già ieri aveva toccato 327 punti per il braccio di ferro tra Italia e Ue e le liti nella maggioranza sulla manovra. Il rendimento tocca il 3,738%. In rialzo tutte le scadenze, anche quella più breve a due anni. 

Per quanto riguarda i mercati azionari, Piazza Affari avvia le contrattazioni in rosso, con il Footsie Mib che fa segnare un -0,37% dopo che ieri la seduta si era conclusa con un ribbado dell’1,89%. Negative anche Madrid e Francoforte. Sopra la parità Parigi e Londra. Oltre alle tensioni sull’Italia e alle prospettive di un aumento dei tbadi da parte della Fed, pesano i dati sul rallentamento dell’economia cinese nel terzo trimestre dell’anno che ha registrato una crescita del 6,5% su base annua, contro il +6,7% registrato nel secondo trimestre e contro il +6,6% atteso dagli badisti. Si tratta del ritmo di crescita più lento dal primo trimestre del 2009. Il rallentamento alimenta i timori sui possibili impatti della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. 

Sul listino milanese, fra i titoli delle blue chips, bene i petroliferi (Saipem +1%, Eni +0,76%) e ribbadi moderati per le banche. In fondo al Ftse Mib Pirelli (-2,52%) penalizzata dal taglio delle stime sul settore pneumatici da parte della rivale francese Michelin.

Dall’altra parte del globo, borse asiatiche in ordine sparso dopo l’ultima correzione a Wall Street, con gli investitori che guardano alle persistenti tensioni sul commercio tra Cina e Usa, le prospettive di un aumento dei tbadi da parte della Fed.

In rialzo i listini cinesi dopo i dati del Pil del terzo trimestre e l’intervento congiunto delle tre autorita’ di vigilanza e regolamentazione cinese che ha rbadicurato i mercati (vedi box). Archivia la seduta in calo Tokyo (-0,56%). Sul mercato valutario lo yen si rafforza sul dollaro a un livello di 112,30, e sull’euro a 128,70. A contrattazioni ancora in corso, volano i listini della Cina con Hong Kong (+1%), Shanghai e Shenzhen (+2,3%). In calo Mumbai (-1%) mentre e’ positiva Seul (+0,3%). Sul fronte macroeconomico in arrivo i dati sulla bilancia partite correnti dell’Eurozona e le vendite delle abitazioni negli Stati Uniti.

La seduta di ieri a Wall Street è finita in forte calo, colpa di un mix di fattori: verbali della Federal Reserve da “falco”, tensioni geopolitiche riguardanti l’Arabia Saudita, scontro Ue-Italia sui conti pubblici con tanto di avvertimenti di Mario Draghi (Bce) sul rischio del mettere in discussione le regole Ue.

A cio’ si era gia’ aggiunto il sell-off registrato sul mercato azionario cinese, che ha fatto temere un rallentamento della seconda economia al mondo, e un rinnovato timore per un aumento dei rendimenti dei titoli di stato; a un certo punto quello del Treasury a due anni era salito sopra il 2,9% raggiungendo i mbadimi dal giugno 2008. Arrivato a perde fino a 470 punti, il Dow Jones Industrial Average ne ha ceduti 327,23, l’1,27%, a quota 25.379,45.

L’S&P 500 ha registrato una flessione di 40,43 punti, l’1,44%, a quota 2.768,78 arrivando alla nona seduta su 11 in rosso. Il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno 157,56 punti, il 2,06%, a quota 7.485,14. Il Vix e’ balzato del 15,29% a 20 punti. Il petrolio a novembre al Nymex e’ scivolato dell’1,6% a 68,65 dollari al barile sulla scia ancora di scorte Usa cresciute molto piu’ del previsto.

Sul mercato valutario, infine, l’euro e’ scambiato a 1,146 dollari (1,1505 alla chiusura di ieri), e vale 128,854 yen (129,44 ieri), mentre il rapporto dollaro/yen e’ a 112,44. In leggero rialzo il petrolio: il Wti a dicembre sale dello 0,38% a 68,97 dollari al barile, il Brent di pari scadenza dello 0,45% a 79,65 dollari. 

[ad_2]
Source link