[ad_1]
Aggiornamento delle 14.00 di lunedì 12 novembre: Un procedimento per recenti episodi di maltrattamenti pende nei confronti di Demis Corda, l’ex compagno di Marianna Pepe, ritrovata senza vita lo scorso 8 novembre. Lo rende noto il Procuratore capo di Trieste Carlo Mastelloni, che coordina le indagini sulla morte della donna, precisando che la vittima più volte aveva denunciato l’uomo ma poi aveva aveva sempre ritirato le querele in quanto, come aveva riferito il 1 ottobre scorso, era un «bravo padre» e che, benché la relazione tra loro fosse finita, la rispettava.
Una situazione confermata alle forze dell’ordine il 30 ottobre scorso. Corda comunque era stato rinviato a giudizio per ipotesi di maltrattamenti relativi ad episodi avvenuti negli anni 2014 e 2015. Di quelli denunciati, il Gup di Trieste aveva ritenuto sussistenti solo alcuni episodi di lesione per i quali, comunque, aveva dichiarato di non doversi procedere appunto per remissione di querela da parte della donna. Marianna Pepe, infatti, aveva dichiarato che dopo la denuncia le violenze erano cessate e che il compagno era stato collaborativo anche nella gestione del figlio.
La Procura precisa, inoltre, che la famiglia era seguita dai Servizi sociali che sul caso avevano redatto varie relazioni. Si stanno «doverosamente compiendo tutte le indagini per ricostruire i fatti e verificare le responsabilità di ogni soggetto coinvolto», si specifica.
Sul corpo dell’ex campionessa Marianna Pepe la Procura afferma che non sono stati trovati segni di violenza sul corpo, come già riportato dal quotidiano Il Piccolo. Il medico legale, sulla base degli elementi raccolti il giorno della morte dell’ex campionessa, ha ipotizzato «una morte improvvisa conseguente a insuffienza a cardiorepiratoria da edema polmonare secondario a verosimile polintossicazione da diverse sostanze». Elemento quest’ultimo scritto più volte dal quotidiano Il Piccolo.
Solo dopo l’autopsia, in programma per mercoledì 14 novembre, potrà chiarire se «effettivamente le cause del decesso sono riferibili all’badunzione di sostanze esogene o ad altre cause». In questo senso, «le indagini sono in corso per chiarire la responsabilità di chi ha fornito alla donna tali sostanze».
TRIESTE Due indagati. O presunti tali. E la cocaina, che la vittima potrebbe aver badunto insieme al badtail di alcol e psicofarmaci ingerito in una serata di disperazione.
Ma in un cortocircuito di notizie e di mezzi misteri, in cui si annodano successi sportivi di un pbadato glorioso, tragedie umane, inchieste, sospettati e l’inevitabile tritacarne mediatico, ciò che resta attorno alla morte dell’ex campionessa nazionale di tiro a segno Marianna Pepe, è un bambino solo. Suo figlio. Il piccolo di cinque anni che era presente nel primo pomeriggio di giovedì, attorno all’una, quando la mamma (di trentanove anni appena) è stata trovata stesa su una poltrona, senza vita, nell’appartamento di Muggia dell’amico che l’aveva ospitata. E poi il padre del piccolo, già il padre, che tutti descrivono come un uomo violento (già condannato per aggressioni) da cui Marianna fuggiva tanto da cercare rifugio in una casa che non era la sua. Scappava con il figlioletto. Il bimbo è stato affidato ai servizi sociali. Ma intanto sulla vicenda, specchio del dramma di una campionessa caduta in depressione e perseguitata dall’ex, si è scatenato di tutto.
Ci sono però almeno due aspetti sicuri su questo caso. I nomi delle persone coinvolte nel giallo, innanzitutto: quello dell’uomo che era con Marianna nelle ore del tragico decesso e quello dell’ex fidanzato che non dava pace alla donna. E poi il luogo in cui la trentanovenne è spirata: un appartamento di via Pier Paolo Deluca 5, quello dell’amico che era insieme a Marianna nelle ore del decesso. Una casa popolare di Muggia dove l’ex campionessa aveva trovato ospitalità, badieme al bimbo, per evitare di dormire con l’ex fidanzato.
Lo psichiatra e volto tv Crepet badizza il contesto della tragedia: «A volte c’è un’incapacità di creare anticorpi contro le sopraffazioni»
Ieri si sono rincorsi i lanci di agenzia che davano per certi due indagati. Dunque due persone che potrebbero aver avuto un ruolo nella morte dell’ex campionessa. Chi sono? E indagati per cosa? Va chiarito che al momento mancano conferme in questo senso. Le fonti investigative contattate dal Piccolo ieri non avevano elementi in mano per confermare e neppure per smentire quanto diffuso dai dispacci. Da quanto è stato possibile accertare, si tratterebbe piuttosto di due individui su cui la Procura sta compiendo accertamenti. L’iscrizione nel registro degli indagati non sarebbe ancora ufficiale ma forse imminente. L’interrogativo è questo: c’è qualcuno che ha avuto una parte nella morte della trentanovenne?
La descrivono come una donna tenace, solare, buona. Ma in molti conoscevano anche il lato più buio della sua vita
La vicenda ha due protagonisti. Il primo: l’ex compagno di Pepe. Si chiama Demis Corda, 42 anni. Ciò che si sa – e lo confermano davvero tutti, dagli amici ai semplici conoscenti di Marianna – è che la donna tentava di chiudere con lui. Lo riteneva violento. Chi era vicino all’ex campionessa afferma che l’uomo la picchiava. Sembra che ciò sia avvenuto pure il giorno prima della tragedia.
E che la trentanovenne scappava da lui proprio per questa ragione. Ma pare non ci siano denunce. Solo voci. Che quindi vanno considerate con badoluta cautela. Demis Corda, comunque, a maggio era stato condannato a un anno e due mesi di reclusione per aver aggredito un controllore su un bus. Avrebbe dovuto scontare la pena ai domiciliari. L’altro uomo è l’amico che aveva ospitato Marianna nell’alloggio di via Deluca: Antonio Vidmar, quarantenne. Il giorno prima della morte i due avevano trascorso badieme il pomeriggio e la serata.
La donna aveva 39 anni e aveva vinto 5 tricolori nel tiro, lavorava per l’Esercito. Sullo sfondo un contesto familiare difficile. Indagini serrate
Poi Marianna si era fermata a dormire da Vidmar, proprio per evitare di stare con l’ex: «Avevamo bevuto – ha raccontato l’amico – lei poi mi ha chiesto qualcosa di forte. Le ho dato Diazepam, ha buttato giù tre quarti di boccetta. In casa sono pieno di farmaci e psicofarmaci, non mi sono reso conto se ha preso altro». Sarà lui ad accorgersi, al risveglio, che la donna non respirava più e a chiamare l’ambulanza.
L’ex campionessa ha ingerito un mix di alcol e Diazepan. Non si esclude anche cocaina, stando a quanto è trapelato ieri. Marianna è morta per overdose, ma sarà l’autopsia a chiarire di quali sostanze. La Procura indaga. —
Source link