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Dai tbadi al minimo storico alla mini-stangata sui nuovi mutui. È questo il trend intrapreso dai principali istituti bancari che, stando ai movimenti registrati negli ultimi mesi, hanno aumentato gradualmente i tbadi sui nuovi prestiti. «Dall’estate scorsa ad oggi lo spread è aumentato di 20-30 punti base per i mutui a tbado fisso e di 15-20 punti base per i mutui a tbado variabile», spiega all’Adnkronos Stefano Rossini, l’ad di MutuiSupermarket.it collocando gli incrementi soprattutto nei mesi di ottobre e novembre. «Dopo un periodo prolungato di immobilismo in cui lo spread sui fissi ha toccato il minimo storico intorno a quota zero – sottolinea l’esperto – a partire da luglio, ma soprattutto da settembre, ogni mese abbiamo badistito a movimenti importanti dei tbadi sui nuovi mutui effettuati da diverse banche come Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena». Incrementi dovuti, secondo Rossini, a un «ritardo di revisione dei tbadi finiti di offerta sui mutui a tbado fisso a fronte degli aumenti degli indici Irs», i tbadi che insieme allo spread compongono il tbado fisso. Ma tra i fattori che hanno determinato l’accelerazione dei tbadi c’è soprattutto il tendenziale «aumento del costo dell’approvvigionamento di liquidità». Le banche infatti starebbero aumentando il costo dei prestiti a imprese e famiglie per compensare un maggior costo della raccolta del denaro all’ingrosso dovuto alle recenti tensioni sui mercati.
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