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Il debito di Netflix? E’ spazzatura. Lo dicono le agenzie di rating, le stesse che giudicano i titoli di Stato e alle quali sembra appeso il destino dell’Italia. Certo, l’Italia ha più di “qualche problema”: il deficit torna a crescere e il debito non cala, esponendo così il Paese al rischio di choc esterni. La situazione di Netflix, però, è diametralmente opposta. Gli abbonati del gruppo di streaming online – che sta mettendo alla corde colossi come Sky – crescono senza sosta così come il titolo che da inizio anno ha guadagnato quasi il 70% portando la capitalizzazione di Netflix a 140 miliardi di dollari.
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Eppure, per gli badisti l’emissione obbligazionaria da due miliardi di dollari è spazzatura. La società ha spiegato che i rendimenti offerti e le scadenze delle obbligazioni saranno decisi più avanti, dopo i negoziati con gli acquirenti iniziali, e che l’incbado servirà per generiche “esigenze aziendali”. Secondo Bloomberg, il bond dovrebbe avere una durata di 10,5 anni con un rendimento del 6,375% per la parte denominata in dollari e del 4,625% per quella in euro. L’ultima emissione di Netflix, un titolo da 1,5 miliardi (sempre junk) venduto ad aprile, era stato prezzato poco sotto il 6%.
Il giudizio delle agenzie di rating non sembra comunque preoccupare la società che continua il suo programma di espansione: la scorsa settimana, Netflix ha ribadito l’intenzione di investire circa 3 miliardi di dollari in serie tv e film originali. Con questa operazione, il debito dell’ex start up supererà per la prima volta i 10 miliardi di dollari, ma si tratta di un finanziamento fondamentale per non fermare la crescita del gruppo: Netflix, infatti, ha speso più denaro di quanto riesca a generarne, soprattutto con l’aumento della programmazione originale (iniziata con la produzione di House of Cards nel 2013).
L’abbuffata di prestiti, comunque, sta dando i suoi frutti. Da settembre 2013 gli abbonati al servizio sono arrivati a 93 milioni, compresi i 7 dell’ultimo trimestre.
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