Prezzo petrolio: Arabia Saudita è ora la variabile X ma strategia resta ribassista



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Prezzo petrolio: Arabia Saudita è ora la variabile X ma strategia resta ribbadista

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La quotazione del petrolio è fortemente condizionata dall’inatteso dinamismo dell’Arabia Saudita e le previsioni si raffreddano

Le previsioni che davano il prezzo del petrolio a 100 dollari al barile nel giro di pochi mesi sono arrivate quasi al capolinea. In considerazione di quello che è l’andamento della quotazione petrolio oggi, non sono più in tanti a scommettere su una galoppata dei valori del greggio verso nuovi livelli record. Il segnale di rottura dal trend esclusivamente rialzista delle quotazioni a un trend decisamente ribbadista, è arrivato a seguito della recente presa di posizione dell’Arabia Saudita. Riad, ad centro da settimane di una guerra diplomatica che la oppone alla Turchia e agli Stati Uniti, si è detta disposta ad incrementare la produzione per compensare il crollo dell’export da Iran e Venezuela. Fino a prima di questa presa di posizione, l’Arabia Saudita aveva mantenuto una posizione più attendista restando perfettamente allineata alle idee degli altri paesi produttori di petrolio. Non a caso il precedente rally del prezzo del greggio, quello che aveva determinato l’affiorare delle previsioni a 100 dollari, era stato causato proprio dall’badenza di segnali su possibile interventi compensativi al taglio della produzione da Iran e Venezuela.

Adesso i segnali ci sono tutti e il prezzo del petrolio infatti scende. In questo contesto le prossime sedute sono destinate a diventare decisive questo perchè le tanto discusse sanzioni totali degli Stati Uniti all’Iran entreranno in vigore il prossimo 4 novembre. In vista di questo appuntamento, quindi, dalle quotazioni del petrolio potrebbero arrivare spunti operativi molto significativi. Il punto di partenza per impostare una strategia trading sul prezzo del petrolio è la situazione in tempo reale. Mentre è in corso la scrittura di questo post, la quotazione del petrolio WTI registra un rialzo dello 0,18 per cento a 66,55 dollari al barile mentre il prezzo del petrolio Brent segna un aumento dello 0,37 per cento a 66,55 dollari al barile. 

In considerazione di quanto detto in precedenza, è probabile che per tutta la settimana gli investitori continuino a seguire una strategia di tipo rialzista sul prezzo del petrolio. In tal caso si può pensare di attivare posizioni short con chiusure sotto quota 69 dollari al barile. Attenzione a non strafare. E’ infatti consigliabile sempre inserire uno stop loss. Questo approccio nel caso in cui il trend sul prezzo del petrolio resti di tipo ribbadista mentre nel caso in cui ci siano le condizioni per una inversione di tendenza, allora si consiglia l’attivazione di posizioni long sopra i 70 dollari al barile. 

Tutti gli spunti operativi nell’badisi tecnica sul prezzo del petrolio per la settimana 22-26 ottobre. 

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