Processo Raggi, chiesta condanna a dieci mesi. Il pm: “La sindaca mentì per evitare dimissioni”



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Dieci mesi senza attenuanti. E’ la richiesta formulata dalal procura di Roma nel processo che vede imputata Virginia Raggi per falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello del suo braccio destro Raffaele, alla direzione del dipertimento Turismo del Comune di Roma

“Troppi pesi su questo processo – aveva esordito Paolo Ielo – È giusto fare un processo come se questi pesi non esistessero. E il senso del lavoro del magistrato e del processo: la legge deve essere uguale per tutti. Movente duplice: da un lato la protezione di Marra, che è un uomo di macchina fondamentale per la gestione del comune. Marra e la chiave che mette in moto il motore. Ma c’è un altro elemento: il codice etico del M5S. All’articolo 9 del codice all’epoca vigente si dispone che l’iscrizione mette il sindaco nelle condizioni di dimettersi. La richiesta di Anac è fatta per sapere se è stato rispettato l’obbligo di astensione da parte di Raffaele Marra, il rischio era un procedimento penale per il capo del personale. E la possibilità che lei venisse iscritta a modello 21 per concorso era molto alta. Era essenziale proteggere Marra anche per proteggere se stessi Dal rischio di dimettersi “aggiunge il procuratore aggiunto”.

Il pm: “Raggi mentì per non dimettersi”

“A nostro avviso è pacifico che si tratti di falso ideologico in atto pubblico”. Aveva aperto così la sua requisitoria al processo Raggi il pubblico ministero Francesco Dall’Olio. Il magistrato ha ripercorso il ruolo di Raffaele Marra che, secondo l’accusa, avrebbe avuto un ruolo nella nomina di suo fratello Renato a capo dell’ufficio Turismo. “In questa realtà Marra ci mette la manina, anzi no, la manona”. La sindaca di Roma è accusata di aver dichiarato il falso in una nota all’anticorruzione capitolina in cui si badunse la piena paternità di quella nomina, escludendo qualsiasi ruolo del capo del personale. “Marra ci ha messo la manina, ma la sindaca lo sapeva”, ha detto Dall’Olio.

Secondo la Procura di Roma dunque  la sindaca Virginia Raggi “mentì alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un’inchiesta e “in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi”, ha detto in aula il procuratore aggiunto Paolo Ielo che ha chiesto alla corte l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016

 

Raineri: “Ne parli con Marra o con Romeo: il mantra di Raggi”

L’udienza si era aperta questa mattina con la deposizione dell’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri che ricoprì il ruolo per circa un mese subito dopo l’elezione della sindaca e si dimise in maniera polemica. “Io ho cercato di intercettare l’attenzione del sindaco su tanti temi, tra i quali anche il riordino delle partecipate e i rifiuti. Il mantra era: “Ne parli con Marra o con un Romeo”. Io non potevo dialogare col sindaco, dovevo pietire la loro attenzione e invece che consigliare il sindaco, dovevo farmi consigliare da loro”, ha detto Raineri in aula.
Raffaele Marra e Salvatore Romeo, secondo l’ex capo di gabinetto del Campidoglio, “si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato”. Quanto ai loro ruoli a Palazzo Senatorio, ad inizio consiliatura nell’estate 2016 il primo era vice capo di Gabinetto, il secondo capo della segreteria politica, Raineri nella sua deposizione ha sostenuto: “Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco. Stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all’allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca”.Quindi la Raineri ha aggiunto: “Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un colonnello dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto. Di lì a poco il sindaco si fece venire dubbi sulla legittimità della mia nomina”.

Raggi: “Surreali le dichiarazioni di Raineri”

“La deposizione di Carla Raineri a tratti mi è sembrata surreale. In questo processo si parla di un mio presunto falso e per quatto ore abbiamo ascoltato parole simili a gossip. Non ho mai risposto alle interviste rilasciate, a volte mordendomi la lingua, per le cose palesemente false affermate”, ribatte Raggi, nel corso di dichiarazioni spontanee dopo la lunga audizione dell’ex capo di gabinetto del Comune. “Non conoscevo la dottoressa Raineri e mi era sembrata una persona molto preparata – ha aggiunto – per me era una opportunità avere un magistrato di primaria importanza come capo di Gabinetto. Anche se trovai subito strano il fatto che quando chi hanno presentate disse, ‘non ti preoccupare starò qui al mbadimo 1 anno, 1 anno e mezzo”.

In aula sono presenti cinque consiglieri comunali M5S: Daniele Diaco, Angelo Sturni, Pietro Calabrese, Giuliano Pacetti e Donatella Iorio.

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