Reddito di cittadinanza per 3.100 famiglie «Una misura inutile» – Cronaca



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belluno

Nel Bellunese andrebbe a una famiglia su trenta, mentre a Crotone a una su quattro. È il reddito di cittadinanza i cui criteri, pur essendo ancora vaghi, hanno già sollevato tante polemiche.

È stato Il Sole 24 ore a stilare la clbadifica delle 110 province italiane che più beneficerebbero dallo strumento pensato dal Movimento 5 Stelle per aiutare le famiglie in crisi, in base ai redditi Isee presentati nel 2016 e monitorati dal Ministero del Lavoro.

Ai primi 34 posti della clbadifica, basata sull’Indicatore della situazione economica equivalente che non può superare i 9.360 euro annui, troviamo tutte province del Sud Italia. Al primo posto c’è Crotone con 19.500 famiglie (pari al 27,9% del totale) che potrebbero beneficiare del reddito di 780 euro mensili, seguita da Napoli col 20,6% di famiglie interessate, e Palermo con il 20,5% (in poche parole una famiglia su cinque). E via via che si scorre la clbadifica si trovano Caltanisetta, Medio Campidano, Catanzaro, Catania, Caserta. Bisogna arrivare al 37° posto per trovare la prima realtà del Nord: si tratta di Aosta con il 9,8% di famiglie beneficianti. Per trovare Belluno bisogna scendere fino al 108° posto. Il capoluogo delle Dolomiti è terzultima a pari merito con Sondrio: le famiglie a misura di reddito di cittadinanza sono 3.100, il 3,3% del totale. A chiudere la clbadifica Bolzano, con il 2,3% dei beneficiari.

«Il reddito di cittadinanza non risolve la povertà», precisa Cinzia Bonan segretaria della Cisl di Belluno-Treviso. «Come sindacato siamo molto preoccupati per questo strumento che rappresenta, a nostro avviso, un vero e proprio sistema badistenzialistico che non spinge la persona a uno scatto di orgoglio e di dignità che le porti a trovare un lavoro». E poi c’è il rischio correlato del lavoro nero: «Pur di non perdere questo sussidio, tanti cittadini potrebbero lavorare senza denunciarlo al fisco».

In provincia di Belluno e in generale in Veneto, dove la percentuale di fruitori è pari al 5,8% (il secondo risultato più bbado dopo quello del Trentino Alto Adige, 3,1%), sarebbero pochissimi a beneficiare del reddito: «A questo va aggiunta l’intenzione del governo di tagliare, oltre alle detrazioni fiscali, gli 80 euro dati dal governo Renzi: se venissero a mancare, in Veneto sparirebbe un miliardo di euro con ricadute pesantissime dal punto di vista dei consumi».

Dello stesso avviso il segretario della Cgil, Mauro De Carli: «Il reddito di cittadinanza è un sussidio che toglie la volontà di cercare un lavoro. E il vero dramma è che riguarderà soltanto le aree del Sud Italia dove i Centri per l’impiego, non riusciranno mai a offrire agli iscritti tre possibilità di impiego. Significa che il disoccupato non sarà mai ricollocato. E terminati i due anni di sussidio,

cosa faranno? In provincia, esiste già uno strumento simile, cioè il reddito di inclusione, rivolto a circa 500 persone, perlopiù single, senza un impiego e sulla soglia di povertà. Quello che serve è mettere i Centri per l’impiego in grado di dare opportunità lavorative». —

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