Russia, l’oppositore Navalny fermato alla frontiera



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Russian opposition leader Alexei Navalny speaks during the rally against Vladimir Putin's 15-year-old rule, in Moscow, Russia, 20 September 2015.  ANSA/MAXIM SHIPENKOV

Russian opposition leader Alexei Navalny speaks during the rally against Vladimir Putin’s …

Diritti umani |

Le autorità russe hanno fermato all’aeroporto Domodedovo, vietandogli l’uscita dal Paese, l’oppositore Aleksei Navalny, diretto a Strasburgo. La mossa sembra volta ad impedire all’attivista critico del Cremlino di partecipare all’udienza finale della Corte europea dei diritti umani, chiamata a  stabilire se le detenzioni e i processi subiti dal leader nel 2012 e nel 2014 siano stati o meno politicamente motivati.

“Pare molto importante per le autorità russe che io non sia lì, è una questione simbolica”, ha dichiaro Navalny alla radio Eco di Mosca.

L’avvocato dei diritti umani, 42 anni, avrebbe voluto sfidare Vladimir Putin alle ultime elezioni presidenziali a marzo, ma gli è stato impedito di correre sulla base di una precedente condanna, che molti ritengono sia stata emessa per tenerlo lontano dalla politica.

A impedire a Navalny di lasciare il Paese è stata una decisione del Servizio federale degli ufficiali giudiziari. Secondo la legge russa, ai cittadini può essere impedito di andare all’estero, se hanno debiti o un certo numero di multe non pagate. Sul suo blog, l’oppositore ha scritto di essere certo di non avere pendenze.
Secondo quanto si apprende dal database della filiale locale del Servizio Federale degli Ufficiali Giudiziari Navalny non avrebbe pagato una multa di 2,1 milioni di rubli (oltre 31 mila dollari) relativa al caso di appropriazione indebita nei confronti della società Kirovles.
Sempre secondo il database, sono in piedi altri tre procedimenti contro Navalnyj aperti dagli ufficiali giudiziari di Mosca, in particolare per non aver cancellato materiale pubblicato su internet, sulla base delle rispettive decisioni giudiziarie.

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