Spread verso 300 punti dopo stime Commissione Ue, Ftse Mib in rosso



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Piazza Affari

Lo spread Btp/Bund va verso 300 punti base (ora 296 punti base) dopo il taglio delle stime della Commissione europea sull’Italia. E a Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede lo 0,56% a 19.430 punti, facendo peggio del Dax (-0,24%), del Cac40 (-0,02%) e del Ftse100 (+0,20%). La Commissione Ue vede nel 2019 il rapporto deficit/pil dell’Italia balzare al 2,9% e la crescita salire ma solo leggermente all’1,2% rispetto alle precedenti stime. Il deficit del prossimo anno è quindi ben oltre il 2,4% ipotizzato dal governo Lega-M5s.

“Spero che con l’Italia ci sarà un avvicinamento, se con questo volete parlare di compromesso” ma non al punto tale da far venir meno “il rispetto delle regole” perché “la Commissione europea non può e non deve fare altrimenti”, ha spiegato il commissario agli affari economici, Pierre Moscovici. Il tbado del decennale di riferimento è salito al 3,42%.

“Inizierei a preoccuparmi se il rendimento del 10 anni salisse sopra il 3,5% e lo spread tornbade saldamente al di sopra dei 300 punti base”, ha detto un trader. Stamane il Tesoro spagnolo ha collocato 3,994 miliardi in titoli di Stato a medio e lungo termine, a fronte di un offerta compresa tra 3,5 e 4,5 miliardi, registrando un leggero calo dei rendimenti sulle scadenze a 3 e a 5 anni.

Mentre il Tesoro francese ha collocato 8,87 miliardi euro su quattro Oat a lungo termine. Nel dettaglio, come riporta il servizio Ifr di Refinitiv, si tratta dei titoli: Oat novembre 2026, cedola 0,25%, collocato per 1,72 miliardi al rendimento 0,54% con un bid-to-cover pari a 2,05, da 0,36% e 1,86% dell’asta di dicembre 2017; l’Oat novembre 2028, cedola 0,75%, collocato per 3,76 miliardi al rendimento 0,82% con un bid-to-cover pari a 1,81, da rispettivamente 0,86% e 1,59 dell’asta di ottobre; l’Oat maggio 2030, cedola 2,50%, collocato per 1,465 miliardi al rendimento 0,92% con un bid-to-cover pari a 2,05, da 1,07% e 2,16 dell’asta di maggio 2017; l’Oat aprile 2041, cedola 4,50%, collocato per 1,926 miliardi al rendimento 1,43% con un bid-to-cover pari a 1,56, da 1,47% e 1,56 dell’asta di marzo.

Visto il contesto non favorevole all’Italia, pronosticare quanto si potrà raccogliere con la nuova emissione di Btp Italia, che parte il prossimo 19 novembre, “è sempre un esercizio difficile perché da mesi ci confrontiamo con un mercato incerto”, ha detto Davide Iacovoni, Capo della direzione del Debito pubblico al Ministero dell’Economia a Radio 24, riferendosi alla nuova emissione del Btp Italia, il titolo di Stato indicizzato al tbado di inflazione nazionale pensato per il risparmiatore individuale, prevista da lunedì 19 a giovedì 22 novembre 2018. I titoli di quest’emissione hanno una durata di 4 anni.

“Il popolo retail si sta riposizionando e fare previsioni è difficile ora”. Il 22% dell’asta “sarà dedicato a investitori istituzionali e possiamo razionare l’offerta ove la domanda fosse particolarmente elevata”, ha continuato, precisando che a fine ottobre, il completamento del programma di emissioni era al 91% circa “e abbiamo un pacchetto di aste molto limitato da portare avanti entro fine anno. Quindi il grosso per il 2018 è fatto”.

Sul listino milanese tra le banche solo Bper  (+0,15%), che ha concluso l’operazione di cartolarizzazione di sofferenze “Aqui” in linea con quanto previsto nell’ambito dell’azione di derisking e miglioramento dell’badet quality del gruppo, e Banco Bpm  (+7%), premiata per la riduzione di Npe, resistono alle vendite. Scendono Intesa Sanpaolo (-1,31%), Unicredit  (-4,15%), con i risultati del terzo trimestre che sono stati fortemente impattati da due one-off negativi, 741 milioni per la chiusura della causa con l’autorità fiscale negli Usa (attesa a breve) e 846 milioni di svalutazione della partecipazione in Yapi Kredi, al netto di questi elementi, i risultati sono stati migliori delle attese degli badisti, Ubi (-1,45%), Creval  (-1,15%). Sotto pressione anche Mediaset  (-2,62%), Moncler  (-1,16%), Pirelli  (-1,11%) e Recordati  (-1,13%). Di segno opposto Saipem  (+1,40%), Poste (+2,09%), anche lei premiata dopo i conti, FinecoBank  (+1,23%) e Banca Generali  (+1,08%).

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