sul suo pc centinaia di foto pedopornografiche



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di Federica Macagnone

LONDRA – Dentro il suo computer c’era tutto l’inferno di perversioni sessuali che le aveva da tempo annebbiato la mente fino a farla precipitare nell’abisso e a farla diventare la più giovane donna pedofila mai condannata nel Regno Unito. Gli stessi agenti di polizia che hanno esaminato il suo pc non riuscivano a credere ai loro occhi quando hanno trovato le prove materiali che confermavano i loro sospetti: Sophie Elms, una insospettabile 18enne che lavorava in un asilo di Swindon nel Wiltshire, in Gran Bretagna, aveva non solo scattato e distribuito foto pedobadgrafiche in cui erano ritratti bambini piccolissimi, ma aveva abusato sessualmente di almeno due bimbi di due e tre anni penetrandoli e praticando loro sesso orale per oltre un anno, dal dicembre 2016 al marzo 2018. Come se non bastbade, la sua collezione comprendeva un vasto campionario di foto a carattere zoofilo. 

Ovviamente l’identità dei bimbi coinvolti in questa squallida vicenda non è stata svelata, ma comunque non si tratta di bambini dell’asilo in cui lavorava la ragazza. Licenziata e arrestata, Sophie non ha potuto fare altro che confessare e dichiararsi colpevole: i giudici della Swindon Crown Court che l’hanno condannata comunicheranno l’entità della pena il 4 gennaio durante l’udienza conclusiva. 

Cosa abbia portato una ragazza così giovane (Sophie aveva 16 anni quando cominciò ad abusare dei piccoli) è difficile da capire: certo è che guardare eccessivamente i siti badgrafici non deve averle fatto molto bene, tanto che intorno a lei aleggiano timori per la sua salute mentale. “Ti sei dichiarata colpevole e io immagino ti renda conto che si tratta di reati molto gravi – le ha detto il giudice Robert Pawson – Ti rimando in prigione anche in considerazione dei timori che riguardano la tua stessa incolumità. La tua condanna verrà emessa il  4 gennaio: fino a quel momento, il mio più grande consiglio è che tu eviti di usare i social media. È molto improbabile che tu possa migliorare la situazione per le tue vittime e per le loro famiglie pubblicando post sui social, così come è difficile che tu possa migliorarle per quanto riguarda te stessa”.

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