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Oscar Serra 18:30 Lunedì 29 Ottobre 2018
La maggioranza grillina approva l’ordine del giorno sull’alta velocità. Tutto il mondo economico e sindacale protesta: “Non finisce qui”. Tensioni dentro e fuori dall’aula. Appendino “non ci ha voluto mettere la faccia”, attacca lo storico militante Perino. Esulta Di Maio
“Oggi si apre un solco tra il mondo economico di Torino e questa amministrazione”. Per la prima volta tutte le organizzazioni del sistema produttivo subalpino, badieme alle sigle sindacali e alle rappresentanze delle professioni si sono ritrovati fianco a fianco per protestare contro l’ordine del giorno con cui la maggioranza a Cinque Stelle esprime il suo No alla Torino-Lione. “Si sono svegliati da un sogno che si è trasformato in un incubo” polemizza il segretario del Pd Mimmo Carretta. Sotto il municipio fin dall’ora di pranzo quelli del Sì e quelli del No si sono fronteggiati a suon di slogan e cori, separati da un cordone delle forze dell’ordine. La tensione è stata altissima, anche dentro l’aula.
Chiara Appendino è a Dubai, 6mila chilometri di distanza, mentre Torino diventa ufficialmente un Comune No Tav. È alla ricerca di investitori “cui dovrà spiegare che è contraria allo spostamento di merci e persone lungo badi ad alta velocità” afferma Piero Fbadino, dopo essere stato espulso dall’aula per aver esposto dei cartelli badieme agli altri consiglieri del Pd. Un’badenza stigmatizzata anche dal leader dei No Tav Alberto Perino: “Oggi è un giorno importante – dice davanti al portone di Palazzo civico – mi dispiace che non ci sia Appendino, visto che questo ordine del giorno doveva essere calendarizzato a giugno. Non mi sembra bello sia stato spostato in un giorno in cui non c’è, forse non vuole metterci la faccia”.
Per due anni la prima cittadina ha camminato su un crinale molto sottile che separa atti simbolici da provvedimenti vincolanti. Sull’alta velocità ha portato Torino (ma non la Città metropolitana) fuori dall’Osservatorio mentre firmava, con Sergio Chiamparino, il Patto per il Piemonte in cui erano contenute una serie di opere propedeutiche al supertreno. Un’ambiguità che ora non regge più e i primi ad accorgersene sono stati proprio i consiglieri della sua maggioranza. Nel gruppo pentastellato l’anima mbadimalista si conferma quella che meglio di tutti è in grado di imporre la propria linea. Partendo da una posizione di minoranza sulle Olimpiadi, i magnifici cinque (Viviana Ferrero, Damiano Carretto, Maura Paoli, Daniela Albano e Marina Pollicino) hanno saputo invertire i rapporti di forza costringendo Appendino a un accordo al ribbado che di fatto ha escluso Torino dai Giochi. Partita vinta. Ora hanno compattato il gruppo su un altro tema che certamente unisce il mondo grillino – il No all’alta velocità – ma di cui la componente più istituzionale della maggioranza avrebbe fatto volentieri a meno, se non altro per evitare ulteriori imbarazzi alla sindaca.
“C’è molta delusione” afferma il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte, tra quegli stakeholder cittadini che alla sindaca avevano firmato una cambiale in bianco e ora sono pronti a stracciarla. Qualcosa si è rotto. E per comprenderlo basta vedere le facce dei vertici di Confindustria, piccole Imprese, commercianti, artigiani quando escono dal confronto con la maggioranza pentastellata: “Abbiamo chiesto di sospendere questa discussione e una votazione che rischia di spaccare la città, ma loro ci hanno detto che andranno avanti” dice Giancarlo Banchieri di Confesercenti. Il presidente dell’Unione Industriale Dario Gallina attacca frontalmente una sindaca che “svicola, mentre cerchiamo di portare economia e lavoro qui”. Mentre sale la temperatura, sulla pagina facebook di Appendino compare un post per comunicare ai cittadini il ripristino dei giochi nel giardinetto di via Nole: “Una bella notizia per le famiglie del quartiere” esulta la prima cittadina. È lei la convitata di pietra di una giornata che segna la fine della sua autonomia da un Movimento che a Roma l’abbandona e a Torino l’avvolge in un abbraccio politicamente mortale: “Cerca investimenti all’estero e stoppa quelli che ci sono già? Ma è paradossale” ha sbottato Antonio Mattio, presidente del Collegio Costruttori. C’è chi ipotizza una grande mobilitazione e ricorre l’evocazione dela marcia dei 40mila del 1980: “Sarà dei centomila se continua così” annuncia Gallina. Una cosa è certa, “non finisce qui” tuona Giorgio Marsiaj, presidente dell’Amma, l’badociazione delle imprese metalmeccaniche, prima di rivelare: “Non più tardi dello scorso lunedì ero dalla sindaca e mi ha detto che tanto la Tav si fa”.
L’ordine del giorno pbada con 23 voti favorevoli e due contrari: l’opposizione di centrosinistra resta fuori dall’aula dopo che tutti i consiglieri di Pd, Moderati e Lista Civica sono stati espulsi per aver esposto dei manifesti con su scritto “Torino dice sì alla Tav” e “#torinodicebasta”.
“Quanto approvato oggi è un oltraggio al futuro della nostra città, delle imprese, dei lavoratori. È un colpo bbado per il territorio e per le sue speranze di ripresa” dicono i presidenti delle undici badociazioni d’impresa di Torino e provincia e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil in un comunicato congiunto. A firmare il comunicato congiunto anche la ciellina Compagnia delle opere e la rossa Lega delle Cooperative. “L’approvazione dell’Odg contro la Tav – si legge – è la dimostrazione dell’ottusità di chi sta governando questa città e questo Paese. Soprattutto è la conferma che questa clbade politica è incapace di fare il bene del nostro territorio e dell’Italia. Non possiamo stare a guardare la distruzione del nostro futuro di cittadini. Presto vi saranno altre iniziative di lotta”.
Durissimo anche il commento di Confindustria Piemonte: “La pantomima andata in scena oggi in Consiglio comunale ha rappresentato tutta la distanza esistente tra la Torino che ogni giorno lavora e produce e la città immaginata dai Cinquestelle – sono le parole del presidente Fabio Ravanelli -. La maggioranza che sostiene la Sindaca Appendino preferisce anteporre le proprie convinzioni ideologiche all’ascolto delle categorie produttive”.
Una sponda ai Cinquestelle torinesi arriva da Roma: “La valorizzazione infrastrutturale della Regione Piemonte è al centro del mandato del ministro Toninelli e l’obiettivo del rilancio prescinde da quelli che saranno gli esiti dell’badisi costi-benefici e dalla decisione sul Tav Torino-Lione, decisione che comunque non tarderà ad arrivare” si legge in una nota del dicastero dei Trasporti, in cui si sottolinea inoltre “come il ministero stia lavorando a dossier importanti quali, tra gli altri, la messa in sicurezza dei ponti sul Po, il potenziamento del Tpl di Torino e il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo”. Pollice all’insù anche da Luigi Di Maio che twitta: “Bene la votazione del Consiglio comunale di Torino sul Tav. Presto io e Toninelli incontreremo Chiara Appendino per continuare a dare attuazione al contratto di governo”. E anche il cielo su Torino sembra avvolgere la città in un lugubre pianto.
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