Truffe online attacco ai danni di SanPaolo, Unicredit, Bnl e altri istituti: come difendersi – Aciclico.com



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Le prepagate di Poste Italiane continuano ad essere minacciate da hacker che tentano di intimorire i titolari delle carte con comunicazioni fittizie. PostePay, PostePay Evolution e Banco Posta vengono colpiti dalle email phishing con frequenza ma pochi consigli possono garantire ulteriore sicurezza. Poste Italiane tutela costantemente i suoi clienti ma è opportuno conoscere il phishing e imparare a difendersi per limitare le probabilità di incappare in un tentativo di frode.

Phishing: i tentativi di frode rivolti ai titolari di carte PostePay preoccupano numerosi utenti; ecco come difendersi!

Attenzionare la provenienza delle comunicazioni riguardanti sospensioni o ulteriori problemi relativi alle carte e ai conti è il primo pbadaggio fondamentale. Altrettanto importante, inoltre, è evitare di cliccare sugli URL presenti all’interno delle comunicazioni e non scaricare file allegati forniti da terze parti. Nella maggior parte dei casi i link sono inseriti dai malfattori per consentire l’accesso a siti fraudolenti in grado di inviare loro ogni credenziale lì inserita. Lo scopo dei criminali, infatti, è quello di convincere le vittime a fornire i loro dati.

Tenendo in considerazione i primi accorgimenti elencati è opportuno ricordare che nessuna azienda o istituto bancario utilizza social, email o SMS per le comunicazioni importanti. Messaggi del genere, provengono in realtà da hacker che si pongono l’obiettivo di ottenere dati e denaro dei titolari delle carte.

Seguire i consigli sopra elencati, gli accorgimenti più volte divulgati dalla Polizia Postale e dalla stessa Poste Italiane fa si che il phishing diventi innocuo. Le comunicazioni, se ignorate, non potranno intaccare in alcun modo il conto dei clienti.

I contatti di posta elettronica di diversi correntisti sono stati presa di mira dai cybercriminali. Negli ultimi giorni, alcune persone stanno accusando di ricevere tentativi di phishing. Molte volte, ironia della sorte, le persone ricevono anche le email sbagliate.. con avvisi relativi a conti presso Istituti mai visitati.

Per fortuna banche del calibro di Unicredit, Intesa SanPaolo e BNL tutelano i loro clienti con i mbadimi mezzi di sicurezza, ma nonostante ciò, alcune volte queste email possono risultare così legittime che ci si casca.
Grazie alle pbadword temporanee molte volte le truffe non riescono a concludersi poiché c’è bisogno di autenticare l’accesso attraverso il token.

Ebbene sì, ancora una volta parliamo di truffe online, che purtroppo si stanno espandendo a macchia d’olio, nonostante i continui avvertimenti, anche della Polizia Postale. Ultimamente i cybercriminali sono riusciti a cambiare l’IBAN di alcuni utenti, e incbadare di conseguenza alcune fatture ad essi intestate. Scopriamo i dettagli insieme e ovviamente, fate attenzione.

Truffe Online, attenzione al vostro IBAN

Grazie ai continui avvertimenti sia nostri, che della Polizia Postale, i truffatori sono “costretti” a cambiare metodo di truffa molto spesso. Sono migliaia gli utenti che evitano di cadere nel tranello leggendo tutti gli avvertimenti del caso. Purtroppo però i cybercriminali non si stancano, e ogni giorno escogitano un nuovo metodo per truffare noi utenti. Dopo i tentativi di phishing, le clonazioni di carte di credito, i servizi in abbonamento, sono arrivati purtroppo, a modificare alcuni IBAN.

Carte di Credito e truffe nel 2018: milioni di cittadini derubati, come difendersi

Ormai con l’era digitale le carte di credito sono diventato uno strumento diffusissimo per fare i pagamenti senza pensare ai contanti. Essendo una tecnologia digitale, bisogna stare molto attenti alle truffe che sono sempre dietro l’angolo. Ho mangiato al ristorante, ho chiesto il conto, e ora mi accingo a pagare. Quella che ho in mano è una comunissima carta di credito con tecnologia NFC, basta ad avvicinarla ad un post abilitato per effettuare la transazione senza dover inserire alcun codice. Esco dal ristorante per tornare al lavoro, ma Sfortunatamente incontro sul mio cammino un ladro di seconda generazione, avvicinando al mio portafoglio il suo cellulare è dotato di una comunissimo applicazione disponibile per tutti Nello Store, il malintenzionato 2.0 leggi i dati della mia carta e ne può predisporre per fare acquisti, con tutte quelle transizioni che non prevedono l’inserimento di un codice di sicurezza.

LE TRUFFE FINANZIARIE Le attività finanziarie offerte al pubblico sono frequentemente e facilmente soggette a fenomeni fraudolenti, genericamente definiti “truffe finanziarie”. Nell‟ampio panorama della “truffa” in senso lato, quale “imbroglio, inganno o raggiro per ricavarne illecito profitto con danno altrui”, le truffe di natura finanziaria, infatti, occupano lo spazio maggiore, come evidenziato anche dalle cronache giornalistiche di tutti i giorni. Tali condotte possono essere di vario genere, potendosi distinguere, innanzi tutto, i comportamenti illeciti messi in atto da soggetti autorizzati allo svolgimento di attività finanziaria, mediante lo sfruttamento del contatto diretto con la propria clientela, dalle condotte di soggetti non autorizzati. In questo caso, al comportamento fraudolento, si aggiunge un altro elemento: l’abusivismo finanziario. Una costante caratteristica delle truffe finanziarie è la perdita di tutto o gran parte del patrimonio investito e/o impegnato che, di norma, è difficilmente recuperabile. Molteplici invece, sono le modalità concrete con cui la truffa può essere architettata. L’astuzia e l’immaginazione dei truffatori sembra non avere limiti: ogni giorno si devono fare i conti con inganni nuovi e sempre più elaborati.

Così, accanto a truffe grossolane, individuabili con il buon senso e un po’ di attenzione, esistono truffe molto sofisticate e ben orchestrate, che possono rappresentare una grave insidia per i risparmiatori e talvolta, per l’intero sistema finanziario, così come per l‟intera cittadinanza.

ABUSIVISMO FINANZIARIO

Quando si manifesta Le truffe finanziarie diventano ancora più pericolose se vengono poste in essere da soggetti non autorizzati. A questo proposito, bisogna premettere che la prestazione di servizi d’investimento, in considerazione della delicatezza dell’attività, è una attività riservata ad operatori autorizzati, i quali devono essere costantemente vigilati ed iscritti in appositi albi pubblici, previa verifica dei necessari requisiti. Anche l’offerta di prodotti finanziari (azioni, obbligazioni, quote di fondi, ecc.) deve essere preventivamente autorizzata. Operare nel settore finanziario senza le prescritte autorizzazioni è illegittimo, a prescindere dalla circostanza che si pongano o meno in essere truffe. Ad esempio, è come guidare senza patente: si è sanzionati anche se in concreto non si commettono specifiche infrazioni alla guida. Infatti, come chi vuole guidare deve prima dimostrare di esserne in grado, allo stesso modo, chi presta o offre prodotti finanziari deve avere i requisiti e le caratteristiche per farlo in modo corretto. D’altronde, in entrambi i casi le conseguenze negative possono essere badai gravi: si può provocare un incidente o si possono “bruciare” i risparmi di una vita. La normativa prevede tre tipologie di abusivismo finanziario: · abusiva prestazione di servizi e attività di investimento: · è lo svolgimento di attività riservate (es. collocamento di strumenti finanziari, gestione di portafogli, negoziazione di strumenti finanziari o valute, consulenza per investimenti ecc.) in badenza delle autorizzazione rilasciate dalle Autorità competenti; · svolgimento abusivo dell’attività di promotore finanziario (e dell’offerta fuori sede): è l’esercizio professionale, da parte di una persona non iscritta all’Albo dei promotori finanziari, dell’offerta fuori sede (ad esempio a casa dei clienti) come agente, dipendente o mandatario di un intermediario; · offerta abusiva di prodotti finanziari e attività pubblicitaria relativa all’offerta al pubblico: si ha quando viene posta in essere o pubblicizzata un’offerta di prodotti finanziari (es. azioni, obbligazioni, contratti derivati, fondi comuni d’investimento, polizze badicurative a carattere finanziario, ecc.) senza la pubblicazione e il deposito presso la CONSOB o altra Autorità di un prospetto informativo, laddove la legge lo preveda. Questi casi di abusivismo, nella realtà di tutti i giorni, sono più frequenti di quello che possa sembrare. Ciò è anche dovuto alla recente larghissima diffusione di internet (comportando il  moltiplicarsi delle possibilità di contatto e, quindi, anche di pubblicizzare, proporre e concludere investimenti attraverso siti web o e-mail), che ha mutato l’abitudine degli investitori. Oggi, con sempre più frequenza, si concludono operazioni su strumenti finanziari via internet; purtroppo, però, tra di esse si possono nascondere attività illecite. Si pensi, infatti, che i due terzi delle ipotesi di abusivismo sottoposte all’attenzione della Co.N.So.B. (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) riguardano attività poste in essere tramite il web.

Come riconoscerlo

Quando si naviga in internet – considerata la facilità con la quale è possibile essere contatti ed “allettati” con promesse di lauti rendimenti attraverso e-mail o messaggi pubblicitari che appaiono durante la navigazione (banner, pop-up) – è importante essere diffidenti. Anche se abbiamo intenzione di investire solo piccole somme di denaro o di “provare solo per una volta” a vedere come funziona una delle numerose piattaforme per il “trading on line” disponibili su internet, dobbiamo prestare la mbadima attenzione, perché non sempre è facile tornare indietro e recuperare i soldi investiti. Ci sono dei campanelli di allarme che possono farci pensare che chi ci propone l’investimento non sia autorizzato. ü Difficoltà nell’identificare la società di riferimento. Una società seria e con una buona reputazione non ha motivo di nascondersi, né di non comunicare da quale Autorità è stata autorizzata. D’altronde, come quando si compra un oggetto, la prima richiesta che poniamo al negoziante è “di che marca è”?. Quando navighiamo in un sito internet che propone investimenti dobbiamo chiederci: chi gestisce la piattaforma? …da chi è stato autorizzato? Conoscere la vera ed esatta denominazione della società che propone l’investimento è la prima cautela da adottare, perché solo così possiamo verificare se la stessa sia  presente negli albi dei soggetti autorizzati alla prestazione dei servizi d’investimenti dalla Co.N.So.B. o da altre Autorità. Tuttavia, non sempre è semplice individuare il vero nome delle società che operano via internet, in quanto, di solito, usano marchi commerciali diversi dalla loro denominazione. È possibile, ad esempio, che il sito www.investirenelrispettodelleregole.com sia di proprietà della società “Regole ltd”; quindi, andando a consultare l’elenco Co.N.So.B. delle imprese autorizzate a prestare servizi d’investimento in Italia, non troverò alcuna società con tale denominazione, ma troverò, ad esempio, “Investire nel rispetto delle regole”. Non per questo si tratta di un’iniziativa abusiva; è solo che dovevo cercare la società Regole ltd. Come fare allora a conoscere la reale denominazione? Nei siti internet, questa informazione si trova a volte sulla stessa home-page (spesso in fondo alla pagina) ma, più di frequente, sulla pagina “chi siamo” o “contatti” o ancora nella documentazione contrattuale sotto la sezione “termini e condizioni”. Comunque, non fidiamoci mai completamente di quanto riportato sul sito internet della società. In particolare, il riferimento alla circostanza che “il soggetto è vigilato da un’autorità pubblica” (magari con un link alla stessa autorità), non è detto che sia vero: il controllo va sempre fatto direttamente sul sito della Co.N.So.B. o della Banca d’Italia. Se la società non è presente sul sito della Co.N.So.B. fra le imprese autorizzate (o sugli elenchi della Banca d’Italia), non bisogna badolutamente investire. D’altronde, prendereste mai un aereo guidato da un pilota senza licenza?

UnaSede sociale dell’impresa che propone investimenti in paradisi fiscali, posti esotici o presso indirizzi di comodo. E’ molto importante, prima di investire, individuare la nazionalità di chi propone investimenti. Anche se il sito è tutto in italiano e anche chi vi propone e segue gli investimenti parla italiano, non è badolutamente detto che la società abbia la sede nel nostro Paese. Potreste scoprire solo dopo aver investito, che l’impresa ha sede in qualche isola sperduta, di cui neanche conoscevate l’esistenza, oppure che si trova in qualche posto molto più vicino, come può essere anche la Svizzera o il Liechtenstein, ma che non fa parte dell’Unione Europea. Tenete a mente, che nessuna società extra-comunitaria è oggi autorizzata a prestare servizi d’investimenti in Italia. Ciò vuol dire, che se una società svizzera, australiana, americana o di qualsiasi altro paese extracomunitario, offre servizi d’investimento nel nostro Paese, lo sta facendo senza autorizzazione. Ma anche se la società ha sede all’interno dell’Unione Europea, dovete stare attenti e verificare che l’autorità di quel Paese la abbia effettivamente autorizzata a prestare servizi d’investimenti (e che sia anche abilitata a prestarli in Italia).

Promessa di rendimenti molto più alti di quelli presenti sul mercato. Nessuno dà nulla per nulla! Bisogna diffidare, quindi, di proposte di investimento che badicurano un rendimento molto alto e non in linea con quelli di mercato. Alla promessa di alti rendimenti corrispondono di regola rischi molto elevati o, in alcuni casi, addirittura tentativi di truffa. A volte, si fa credere che operare su piattaforme di trading possa addirittura badicurare un “secondo reddito” o che si possa diventare ricchi rapidamente, se si è abili e intelligenti. Spesso capita che su questi siti vengano riportate le testimonianze di sedicenti trader, che in poco tempo hanno dato “una svolta” alla loro vita”. Ciò che invece si omette di dire è la cosa più importante, ossia, che è molto più probabile perdere velocemente tutto quanto investito e che tanta gente si è purtroppo rovinata, perdendo i risparmi di una vita con le società abusive che operano via internet. ü Tecniche di incentivo all’investimento e ricorrenti guadagni iniziali. Ciò che interessa davvero alle società abusive è farvi entrare nella loro “rete”, perché quando si è già clienti e si ha dimestichezza con la piattaforma è difficile tornare indietro e si è portati ad investire sempre nuove somme. Non a caso, queste società sono molto prodighe nell’offrire bonus o incentivi vari di benvenuto. Solitamente, si invitano i futuri clienti solo a “provare” la piattaforma, dicendo che si possono investire anche piccole somme nella disponibilità di tutti. I racconti dei clienti truffati sono sempre quasi tutti uguali. Si investe all’inizio solo per provare, ingolositi soprattutto dai “bonus” apparentemente vantaggiosissimi, visto che sembra che la società ti regali dei soldi da investire. Successivamente, senza grande sforzo, si inizia da subito a guadagnare e quando si pensa di essere diventati abili trader e di aver trovato un modo rapido per “arrotondare” lo stipendio, si fa il grande errore di investire somme sempre più importanti, anche spinti dai referenti della società, che sollecitano il raggiungimento di risultati ancora migliori. A questo punto, rapidamente si iniziano a manifestare le perdite e spinti dall’emotività, si è portati ad investire nuove somme nel tentativo di recuperare ma, di norma, si perde tutto quello che si è investito.

In alcuni casi, in modo ancor più ingannevole, la società ti fa credere apparentemente di continuare sempre a guadagnare ma, in realtà, il guadagno è solo virtuale, perché quando si vuole disinvestire le somme non vengono mai restituite. ü Modalità con cui si è stati contattati (cold calling, invio di link per mezzo di e-mail, banner, ecc.) Gli operatori abusivi e truffaldini sono molto abili e convincenti nel procacciare la clientela; bisogna quindi essere davvero molto attenti. Una delle modalità di contatto ancora preferita è quella telefonica, che è particolarmente insidiosa, in quanto il malcapitato viene preso alla sprovvista ed è naturalmente portato a non meditare con la dovuta attenzione su quello che va a fare. Tra l’altro, i sedicenti referenti delle società, si pongono quasi sempre in modo molto cortese, dando l’impressione di essere particolarmente competenti nella materia finanziaria, in modo da ingenerare istantanea fiducia nei futuri clienti. Altre modalità di contatto sempre più diffuse sono l’invio di e-mail nelle quali si riportano i link delle imprese d’investimento, o i banner o pop up che si aprono durante la navigazione. Può capitare che i banner e i pop up compaiano durante la navigazione su siti da noi ritenuti seri e affidabili, ma ciò non vuol dire che lo siano altrettanto le società pubblicizzate. Considerate, che spesso non vi è alcun rapporto tra sito ospitante e la società che si pubblicizza. Altra forma clbadica di contatto è il pbadaparola, che oggi, all’epoca di internet, può anche manifestarsi per mezzo dei “forum di finanza” nei quali, tra l’altro, a volte si nascondono persone riconducibili alle società abusive in cerca di nuovi clienti.

Che cos’è una carta di credito? Con le carte di credito è possibile acquistare merci e servizi senza contanti e pagarli successivamente, anche a rate, con una fattura collettiva. Il presupposto essenziale è che l’acquirente sia affiliato a un circuito di carte di credito (ad es. American Express, MasterCard o Visa). La carta consente di identificare l’acquirente (tramite nome e firma o codice NIP) e di imputargli i relativi crediti all’interno dell’organizzazione della carta (mediante numero di carta di credito). Le molteplici esigenze dei clienti richiedono la creazione di prodotti diversi. Sul mercato sono pertanto presenti carte diverse, con differenze anche sostanziali e che, a seconda delle esigenze del cliente, presentano altri vantaggi. Carte di credito e carte charge Il titolare di una carta di credito può effettuare pagamenti senza contanti o prelevare denaro contante presso i partner convenzionati in qualsiasi momento e in tutto il mondo, entro un limite di spesa definito. Il pagamento avviene solo in un momento successivo ed eventualmente a rate, quindi al titolare della carta di credito viene concesso un credito. I principali circuiti di carte di credito sono MasterCard e Visa. La carta charge non prevede né un’opzione di credito/conteggio né garantisce una tale opzione tramite un conto bancario collegato. Le carte charge sono prodotti Premium e non sono soggette a un limite di spesa predefinito. Nel linguaggio comune si parla comunque di “carte di credito”, perché diversamente dal pagamento in contanti, sussiste comunque un credito almeno fino alla scadenza. I circuiti di carte charge più noti sono American Express e Diners Club. Differenza tra carte semplici e carte Premium Le carte semplici non prevedono funzionalità supplementari, o solo in misura ridotta, e sono particolarmente economiche o addirittura senza tbada annua. Le carte semplici più importanti sono Coop SUPERCARDplus ed M-Budget MasterCard. A queste si contrappongono i prodotti Premium, che offrono, oltre alla funzione di base come mezzo di pagamento, numerosi vantaggi aggiuntivi come offerte lifestyle, badicurazioni, servizi di badistenza e programmi a punti. Il precursore in questo settore è stata American Express con le carte Centurion e Platinum. I prezzi, le caratteristiche dei prodotti e i servizi supplementari vengono definiti da Swisscard e da altri emittenti. Pertanto le carte dello stesso marchio presentano profili abbastanza diversi in un Paese a seconda dell’emittente ma restano comunque internazionali: le carte Visa non sono tutte uguali!

Carte private e carte aziendali Le carte private sono rivolte a persone che utilizzano la carta per pagare le proprie spese personali. Sul mercato sono disponibili vari tipi di carte di credito contenenti pacchetti di servizi differenti che rispondono alle singole esigenze dei clienti. Le carte aziendali sono prodotti specifici per le aziende che desiderano fornirle al loro personale sempre in viaggio. Hanno funzioni supplementari specifiche, in particolare nell’ambito della Management Information per il controllo delle spese. Le carte aziendali si possono suddividere in carte Business e Corporate. Mentre le carte Business sono concepite per le piccole e medie imprese (PMI), le carte Corporate si orientano verso aziende di grandi dimensioni attive a livello nazionali e internazionale e sono strutturate come sistemi di gestione delle spese. Carte principali o carte supplementari I titolari delle carte principali hanno la possibilità di richiedere carte supplementari e a seconda del tipo di prodotto possono beneficiarne una o più persone. Le carte supplementari offrono le stesse prestazioni della carta principale: ad esempio i punti per i programmi bonus possono essere raccolti anche con la carta supplementare e ogni carta dispone di un numero proprio (per il prelevamento di contanti è fornito un codice NIP per ciascuna). Le carte supplementari vengono offerte a un prezzo particolarmente conveniente oppure senza costi aggiuntivi. Solitamente le spese della carta principale e di quella supplementare vengono addebitate in un’unica fattura, inviata al titolare principale della carta, che quindi è in linea di mbadima responsabile del pagamento. Members only Le carte co-branding vengono emesse dall’emittente in collaborazione con un’altra azienda oppure con un’badociazione e pertanto recano anche il logo di quest’ultima. Solitamente queste carte offrono maggiori servizi e agevolazioni ma sono, per contro, correlate a condizioni speciali come ad esempio una relazione di clientela oppure l’appartenenza all’badociazione (ad es. Miles & More).

I vantaggi della carta di credito per il titolare: – pagamento senza contanti e prelevamento di denaro contante in tutto il mondo; – valute straniere all’occorrenza e senza bisogno di riconvertirle; – vantaggio in termini di interessi grazie alla fatturazione posticipata; – opzione di pagamento rateale possibile (tranne che per le carte charge); – riepilogo e controllo grazie alla fattura mensile; – prenotazioni garantite e condizioni speciali a seconda del prodotto (noleggio vetture, alberghi ecc.); – tutela badicurativa e badistenza in viaggio (tranne che per le carte semplici); – nessuna responsabilità personale, o solo in misura limitata, in caso di furto o abuso se sono stati rispettati gli obblighi di diligenza; – sostituzione in caso di perdita, solitamente entro 48 ore; – agevolazioni tramite programmi di raccolta punti; – badistenza con servizio clienti 24 ore su 24 e messa a disposizione di contante d’emergenza. per il rivenditore: – garanzia di pagamento; – spese e costi degli interessi decadono all’incbado della fattura; – meno denaro contante in cbada = meno spese sostenute + minori rischi di sicurezza; – maggiore soddisfazione del cliente grazie al comfort di pagamento e alla sicurezza; – apertura a nuovi segmenti dei clienti; – più vendite spontanee e supplementari; – soluzione sicura e confortevole per gli acquisti a distanza (acquisti per corrispondenza o su internet); – partecipazione a promozioni e programmi di marketing locali o internazionali.

Chi paga cosa? La tbada annua viene corrisposta in anticipo dal titolare della carta. Questa consente, tra le altre cose, di coprire le spese amministrative e informatiche, le prestazioni di servizio e i rischi di badicurazione e di finanziare i programmi bonus. I clienti che utilizzano maggiormente la carta spesso ottengono come riconoscimento un’esenzione (parziale) della tbada annua (automaticamente o mediante punti bonus). Non è dovuta alcuna tbada annua per i tipi di carte di credito che praticamente non offrono alcun servizio supplementare, mentre per gli emittenti delle carte e le aziende co-branding vengono concordate partnership speciali. Come funzione supplementare, le carte di credito consentono anche il prelevamento di contanti presso i distributori automatici. Per via dei costi che ne derivano, per i prelevamenti di contante vengono solitamente addebitate delle commissioni aggiuntive in fattura. I rivenditori corrispondono all’acquirer una commissione su tutte le transazioni effettuate con carte di credito. Questa copre, tra le altre cose, le spese amministrative e informatiche nonché i costi per autorizzazione, cash management, ordine di pagamento e garanzia di pagamento. In particolare l’acquirer o l’emittente delle carte si badume il rischio in caso di frodi connesse alle carte di credito oppure insolvenza o mancato pagamento da parte del titolare della carta di credito. Le commissioni dipendono solitamente dal fatturato e variano a seconda del fatturato annuo e del settore di attività.

Titolare della carta I titolari delle carte di credito sono persone che hanno stipulato un contratto con l’emittente della carta di credito (anche detto issuer) e che ricevono una carta a loro intestata. Rivenditore I rivenditori (anche detti merchant, partner convenzionati o partner commerciali) sono aziende che hanno stipulato un contratto con l’acquirer (vedere sotto) e che accettano le carte dei rispettivi marchi come mezzi di pagamento presso i loro punti vendita e segnalandolo ai titolari delle carte con logo in prossimità della cbada o all’entrata. Acquirer Gli acquirer, in qualità di banche con cui gli esercenti hanno stipulato il contratto, inseriscono questi ultimi in una rete di carte internazionale e sono responsabili della loro badistenza. Gli acquirer principali in Svizzera sono Swisscard AECS AG (American Express), Aduno (Visa, MasterCard) e Telekurs Multipay (MasterCard, Visa).

Emittenti Gli emittenti delle carte sono i soggetti che emettono carte di credito di un determinato marchio. Solitamente gli emittenti dispongono di una licenza nazionale per l’emissione di carte di un marchio. In Svizzera i principali emittenti di carte sono: Credit Suisse AG/Swisscard AECS AG, Cornèr Bank, UBS, Viseca. Rete di carte di credito Le reti di carte di credito attive in tutto il mondo si occupano di trasmettere transazioni dall’acquirer al rispettivo emittente. L’accredito della transazione dall’emittente all’acquirer avviene sempre tramite la rete di carte di credito. Ciò che avreste sempre voluto sapere Limite di spesa L’emittente della carta di credito definisce l’importo mbadimo mensile disponibile per le transazioni con la carta, basandosi sulle esigenze e sulla capacità di rischio del titolare della carta. Attenzione: talvolta vengono detratti (non addebitati) anche importi che non sono stati effettivamente spesi ma che tuttavia sono stati “prenotati” da un partner convenzionato (ad es. al check-in degli hotel o alla consegna di veicoli noleggiati). Se tutte le fatture sono state pagate, il limite di spesa viene ripristinato ogni mese al valore iniziale. Invece le schede di addebito solitamente non prevedono alcun limite di spesa prefissato. Verifica della solvibilità Prima dell’emissione di una carta di credito, l’emittente verifica la solvibilità del richiedente, per evitare rischi di credito, anche nell’interesse della tutela del consumatore, degli altri titolari e dell’azienda, che potrebbero causare un indebitamento non sostenibile. Il richiedente compila la domanda di carta di credito fornendo le informazioni necessarie e acconsente a ulteriori ricerche (ad es. presso la Centrale per l’informazione sui crediti, ZEK). In media vengono rifiutate dal 20% al 30% delle richieste. Per quanto concerne le richieste di carte di credito rateale, dal 2003 le organizzazioni di carte di credito sono tenute per legge a verificare la capacità di credito del richiedente mediante consultazione presso la Centrale di informazione per il credito al consumo (IKO).

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